Gat, la città di Golia
Tremila anni dopo l’epica sfida col pastore israelita Davide la città del gigante filisteo Golia, Gat, torna alla luce. Per il 21/mo anno consecutivo una squadra di archeologi guidati dal prof. Aren Maeir della Università Bar Ilan di Tel Aviv riporta alla luce a Tel Zafit (fra Gerusalemme e Ashqelon) i resti di una località abitata per cinquemila anni consecutivi, dall’era del bronzo in poi. In una natura rimasta incontaminata per miracolo, non è difficile ricostruire anche oggi il tragitto possibilmente percorso da Golia. Sceso dal Tel (la maestosa collina di Gat che nel decimo secolo a.C. dominava militarmente la zona) uscì da un possente ingresso fortificato – i cui resti sono stati scoperti proprio nella scorsa stagione di scavi e superò il letto di un fiume. Piegò poi a destra nella valle (tuttora ben visibile) dedicata alla divinità Elah e puntò verso le colline antistanti Gerusalemme. A quindici chilometri da là era atteso da Davide. «Gat era allora la città principale – spiega Maeir – più vasta di Gerusalemme di almeno otto-dieci volte». Cosa dice l’archeologia del drammatico duello fra Davide e Golia ? È un mito, o trova conferme? «Il nostro compito non è quello di confermare o di contraddire la Bibbia», replica. «Possiamo solo sforzarci di offrire il “colore”, di aggiungere “carne” al racconto biblico». In un coccio trovato una decina di anni fa sul Tel di Gat erano tracciati in lettere arcaiche due nomi filistei, di certo non semiti: «Alwat» e «Walat». «Come dico sempre – precisa lo studioso, con un largo sorriso – non abbiamo trovato proprio la ciotola dei corn flakes di Golia (Goliath, in ebraico), ma quella dei cugini». Mentre accompagna fra le rovine il cronista, le scoperte proseguono. Una volontaria ha appena trovato una spilla di rame che forse serviva da fermaglio di una tunica. Dal micro, al macro: attorno al Tel si distingue ancora un vallo che circonda Gat su 360 gradi. «Lo approntò nell’830 a.0 Hazael re di Damasco, quando strinse d’assedio Gat, allora il regno più importante in questa zona. La popolazione fu stremata dalla fame. Dopo la resa, la città fu arsa. La sua tecnica militare ricorda quella utilizzata da Giulio Cesare contro i Galli ad Alesia. Ma la precedette di otto secoli». Nel 1099 d.C, sulle rovine di Gat, i Crociati eressero un posto di avvistamento che chiamarono «Alba Specula» o «Blanche Guarde».
Aldo Baquis, La Gazzetta del Mezzogiorno, 10 luglio 2016
(10 luglio 2016)