Da Berlino a Roma, le politiche della guerra al terrorismo
Arriva ancora da Berlino l’appello a non cadere nel vortice del populismo e della xenofobia di fronte alla minaccia del terrorismo. “La paura non può dettare la politica”, ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel, ribadendo la scelta di continuare con le politiche d’accoglienza per i migranti ma parlando per la prima volta, sottolinea il Corriere della Sera, anche di “guerra” all’Isis (non all’Islam), dopo gli attacchi terroristici che hanno colpito la Germania. Secondo Andrea Bonanni di Repubblica, la Merkel ha inviato un doppio messaggio ai paesi europei, ovvero che “la democrazia si fonda anche sulla capacità di distinguere: la guerra all’Is non è la guerra all’Islam” e che è necessario combattere per un’Europa unita e che non si lasci spaccare da terrorismo e reazioni xenofobe. Intanto sul fronte del contrasto al terrore, il governo tedesco studia misure che consentiranno di facilitare le espulsioni, di usare l’esercito in caso di grandi attacchi, di registrare “preallarmi” in caso di sospetti di radicalizzazione. In Italia, invece, rimpatriati in Marocco altre due persone considerate a rischio mentre 39 potenziali jihadisti sono rinchiusi nelle carceri del Paese, scrive La Stampa. “Seguiamo il fenomeno con attenzione – osserva il ministro della Giustizia Andrea Orlando -. Sono numeri contenuti ma non possiamo trascurarli”. In Francia, invece, dopo il brutale omicidio di un prete a Saint Etienne du Rouvray, il “Consiglio dei musulmani ha invitato i fedeli ad ‘andare a messa in una chiesa domenica per portare solidarietà’ ai cristiani” (La Stampa).
Bergoglio in silenzio ad Auschwitz. In viaggio in Polonia, in queste ore papa Bergoglio visiterà il lager simbolo dell’orrore della Shoah. Non ci saranno discorsi formali, ha avvisato il pontefice, ma una preghiera silenziosa. A differenza dei suoi due predecessori, non parlerà pubblicamente – racconta Carlo Marroni sulla prima del Sole 24 Ore – ma saluterà di persona dodici sopravvissuti al campo e alcuni rappresentanti dei “Giusti tra le Nazioni” (tra cui una suora). II suo pensiero lo si conoscerà nelle parole che lascerà scritte nel libro delle testimonianze”. Parlando ai giornalisti prima del viaggio, ricorda sull’Osservatore Romano il direttore Giovanni Maria Vian, Bergoglio ha lanciato inoltre un messaggio sull’attualità, “scacciando il fantasma nefasto della ‘guerra di religione’, alimentato ad arte da chi semina odio: ‘Tutte le religioni vogliamo la pace; la guerra la vogliono gli altri, capito?’”.
Hillary e l’America unita. Hillary Clinton, accettando ieri la nomination democratica per la Casa Bianca, davanti a migliaia di delegati, è diventata la prima donna a competere nella per la presidenza degli Stati Uniti (elezioni saranno nel novembre prossimo). “Siamo più forti insieme”, lo slogan della sua campagna, ricorda il Corriere riassumendo la Convention democratica in corso a Filadelfia. Tra gli interventi, quello di Barack Obama, “che ha presentato Hillary Clinton come la persona più qualificata per la carica di presidente e per mantenere intatta la sua legacy democratica, e ha denunciato Trump come un uomo pericoloso e non preparato” e quello, un po’ a sorpresa dell’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, che sostiene Clinton bollando Trump come un imbroglione (Corriere).
Vivere all’israeliana. “Il modello ‘all’israeliana’ evocato dall’editoriale di Paolo Ermini e di cui spesso si è parlato in questi giorni sui media è da molto tempo esperienza quotidiana all’interno di ogni comunità ebraica, in particolare dall’attentato alla sinagoga di Roma del 1982 in cui perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché, vittima innocente dell’odio palestinese in una stagione terribilmente complessa e dolorosa”, scrive Adam Smulevich, giornalista dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in un editoriale che compare nella prima del Corriere Fiorentino. “Un patrimonio di buone pratiche e di buon senso, alla portata di chiunque, che potrebbe rivelarsi prezioso anche per la collettività toscana, per fronteggiare la minaccia del terrorismo islamico senza farsi schiacciare da paure e angosce che cominciano a serpeggiare sempre più insistentemente a tutti i livelli. Sin da bambini, all’interno di una Comunità ebraica, si cresce con la consapevolezza che è fondamentale rinunciare a un segmento dei propri minuti e della propria privacy per il bene comune”.
Roma, Comunità contro gli sfratti. A Portico d’Ottavia, la comunità ebraica denuncia lo sfratto di tre nuclei familiari con gravi disagi sociali, riporta il Corriere Roma. Dopo alcuni momenti di tensione e la trattativa dei vertici comunitari – in particolare del presidente Ruth Dureghello e il rabbino capo Riccardo Di Segni – la situazione “si è conclusa con l’intercessione dell’assessora alle Politiche sociali Laura Baldassane: sgombero evitato. – scrive Repubblica Roma – O meglio, sospeso: fino al 5 settembre gli inquilini del civico 10 potranno rimanere al loro posto”.
In Emilia, basta alla vendita di cimeli fascisti. Approvata dall’Aula dell’Emilia-Romagna la risoluzione sull’estensione del reato di apologia del fascismo anche alla vendita e diffusione di gadget con immagini del regime. Emanuele Fiano, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali alla Camera, ha rivendicato come giusto il divieto e ricordato di aver presentato una proposta di legge insieme a Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Giustizia, che “introduce il reato di propaganda fascista e nazifascista, sanzionando comportamenti individuali che inneggiano al nazifascismo” (Il Fatto Quotidiano e l’Unità).
Spazio alle religioni. In Triennale a Milano si è tenuto un incontro in cui si sono confrontati architetti e religiosi sull’importanza degli edifici di culto. “Il tempio è importantissimo, ma è un mezzo per raggiungere qualcosa di più alto”, ha sottolineato rav Roberto Della Rocca, direttore per l’Educazione e la cultura dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, tra i protagonisti dell’incontro (Avvenire Milano).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(29 luglio 2016)