La mano russa sul Medio Oriente
si rafforza grazie all’Iran

rassegna“La Russia flette i muscoli di nuovo e l’Iran si presta, perché dipende militarmente da Mosca e perché continua a essere paranoico verso l’Occidente. L’Iran e la Russia dicono di combattere l’Isis ma in realtà bombardano chi vuole rovesciare Assad”. Ad affermarlo Reza Ciro Pahlavi, figlio dell’ultimo Scià, in un’intervista al Corriere. Secondo Ugo Tramballi sul Sole 24 la vicinanza Mosca-Teheran è un gioco di equilibrismi di Putin per guadagnare maggior influenza a livello mondiale. “Avere utilizzato basi iraniane è irrilevante: è solo parte di un gioco sottile attorno alla Siria, il cui futuro oggi non conosce nessuno. Russia e Iran hanno interessi comuni ma non uguali agende nella regione: incominciando dal riavvicinamento alla Turchia sunnita, proseguendo per il nucleare iraniano al quale anche Mosca si è sempre opposta, e finendo con Israele che se non un alleato, è sempre di più un partner strategico della Russia”.

Modiin Smartcity. Grazie a un accordo fra Bezeq, la compagnia di telecomunicazione leader in Israele, e il Modiin, comune a metà strada tra Tel Aviv e Gerusalemme, è stato avviato un progetto per rendere la città smart: dai rifiuti ai semafori tutto sarà regolato da un “cervellone elettronico”, racconta La Stampa.

Conversazione con Aharon Appelfeld. Nel gennaio 2017 uscirà in Italia per Guanda il suo ultimo libro To the Edge of Sorrow. Aharon Appelfeld, sopravvissuto alla Shoah e grande scrittore israeliano di origine rumena, a 84 anni continua a raccontare i suoi mondi e la sua intimità attraverso la scrittura, come spiega a Riccardo Mazzeo in un lunga conversazione pubblicata oggi dal Manifesto. “L’amore che sento per i miei genitori, i nonni e tutti quelli che avevo attorno durante la mia fanciullezza e che perirono durante la guerra è diventato una parte di me. – racconta Appelfeld ricordando i suoi cari assassinati durante la Shoah – Li sento ancora più vicini adesso rispetto a quando erano in vita. La morte non ci ha separati. Nei miei libri esploro la loro vita”.

Da Israele all’Italia, arrivano le musiche delle A-wa. Rolling Stone le ha scelte tra le dieci novità della musica mondiale da scoprire e la ha consigliate in particolare “a chi ama le Haim, Ofra Haza, i Balkan Beat Box”. Le Awa, trio di sorelle israeliane che porta sul palco le sonorità yemenite, domani si esibirà per la per la prima volta in Italia, a Ariano Irpino, nel programma del Folkfestival (La Stampa).

Dopo Brexit, ebrei britannici guardano Berlino. Tanti gli effetti dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e diversi ancora poco chiari. In questa incertezza, il mondo ebraico d’Oltremanica ha visto aumentare le richieste di passaporti tedeschi da parte dei discendenti di chi proprio dalla Germania oltre 70 anni fa fuggì dalle persecuzioni naziste. “Secondo il Daily Telegraph, sono già state più di 400 le persone che si sono rivolte alla sede diplomatica nella capitale britannica e 100 già hanno avviato le procedure per avere il doppio passaporto, che permetterebbe loro di restare cittadini dell’Unione europea” (Gazzetta del Mezzogiorno).

Ben Gurion inedito. “Se potessi scegliere tra la pace e i territori conquistati lo scorso anno [nel ’67], sceglierei la pace. Rinuncerei a quei territori, a eccezione di Gerusalemme e delle alture del Golan”. A dirlo, uno dei padri della patria d’Israele, David Ben Gurion in un’intervista filmata del 1968, ritrovata per caso, e diventata un documentario premiato al Jerusalem Film Festival di quest’anno.
“Le sei ore di intervista, che Ben Gurion rilasciò al giovane americano Clinton Bailey, – racconta La Stampa – hanno visto la luce grazie al regista Yariv Mozer e alla produttrice Yael Perlov: lavoravano all’archivio Spielberg di Gerusalemme al restauro di un film, quando per caso hanno scoperto la pellicola. Padre della patria Dal materiale ritrovato hanno tratto un documentario, Ben Gurion, epilogue, premiato al Jerusalem Film Festival 2016”.

La legge sul Auschwitz lager polacco. Una multa salata se non addirittura tre anni di carcere, la pena prevista all’interno della proposta di legge presentata dall’esecutivo della premier nazionalista Beata Szydlko in Polonia per vietare l’uso della definizioni di lager “polacco” per Auschwitz o campi simili costruiti nel Paese dai nazisti. “Non sono state le nostre madri, né i nostri padri, i responsabili dei crimini della Shoah, commessi da criminali tedeschi e nazisti sul territorio polacco occupato”, la posizione del ministro della Giustizia Zbignew Ziobro (Avvenire).

L’Inter e gli allenatori. Sulla panchina della squadra nerazzura è arrivato l’olandese Frank De Boer. La Gazzetta dello Sport ricorda i precedenti illustri di allenatori arrivati da oltreconfine per guidare la squadra di Milano, tra cui “il primo tecnico straniero vincente: Arpad Weisz, campione d’Italia nel 1929-30, figlio di ebrei ungheresi, ucciso nel 1944 ad Auschwitz in una camera a gas dopo diversi mesi in un campo di lavoro dell’Alta Slesia”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked