Torinodanza sceglie Israele, Batsheva apre la kermesse
“Corpi che si muovono con la precisione delle spade dei samurai. Gambe, braccia e schiene che si stendono e flettono creando forme nello stesso istante in cui le distruggono. Sensualità plastica e chirurgica dei gesti che lascia negli occhi il desiderio che la danza non finisca mai”. È con queste parole che il programma di Torinodanza, la rassegna dedicata alla danza nell’ambito del festival MiTo, descrive lo spettacolo Tre di Ohad Naharin, una creazione in tre pezzi del 2005 creata per la compagnia israeliana Batsheva Dance Company. Una coreografia avanguardistica scelta per l’inaugurazione della kermesse, che si terrà stasera al Teatro Regio, primo appuntamento di due mesi di esibizioni di ballerini e artisti di tutto il mondo.
In Tre i danzatori si muovono secondo i principi di “Gaga”, una tecnica che si basa sulla comprensione individuale del corpo e dei suoi limiti e invita a trascenderli, trasformando il movimento in emozione. Un processo che rappresenta il senso di questa edizione di Torinodanza illustrato dal direttore Gigi Cristoforetti, il quale ha paragonato il festival a un “essere vivente, ricco di segni stratificati, che rimandano a tempi, a situazioni, a emozioni e ricordi”. Unica nota stonata risulta la decisione dell’artista e produttore Brian Eno, il quale ha negato alla Batsheva Dance Company l’utilizzo di una delle sue musiche per lo spettacolo, per motivi politici. Il musicista aderisce infatti alla velenosa campagna del BDS, il movimento che invita al boicottaggio di Israele. La Compagnia ha fatto sapere, tramite Cristoforetti, di aver sostituito la musica di Eno con un brano originale di Ohad Fishof. “Abbiamo rispettato in pieno il desiderio di Mr Eno – conferma il management della Batsheva, le cui parole sono riportate sulla stampa italiana – e sostituito la musica nel pezzo ‘Humus’. Con grande tristezza in quanto crediamo che questo genere di azione sia inutile e non dia nessun contributo alla soluzione del conflitto, a porre termine all’occupazione e a portare la pace nella nostra regione. Ohad Naharin è stato un attivista politico per anni all’interno di Israele e non ha mai esitato ad esprimersi sulla situazione sulla Striscia di Gaza. II suo profondo impegno per la libertà dello spirito umano si riflette nel suo operato come nelle creazioni artistiche”.