Qui Milano – Shanghai, un rifugio per gli ebrei

schermata-09-2457648-alle-12-38-05““La storia degli ebrei di Shanghai è la dimostrazione che le barriere linguistiche possono essere superate e convivenza e integrazione sono possibili”. Ricollegandosi simbolicamente al tema Lingue e dialetti ebraici della Giornata Europea della Cultura ebraica – che sarà celebrata questa domenica -, il vicepresidente della Fondazione del Memoriale della Shoah di Milano – Binario 21 Roberto Jarach spiega l’ulteriore valore assunto dalla mostra esposta al Memoriale dedicata a “Gli ebrei a Shanghai”. Inaugurata ieri, l’esposizione sarà aperta la pubblico proprio domenica in concomitanza con la Giornata e rappresenta un tassello poco conosciuto ma affascinante della storia cinese ed ebraica del Novecento. A Shanghai infatti tra il 1933 e il 1940 trovarono rifugio 18mila ebrei in fuga dalle persecuzioni nazifascite, molti dei quali – come raccontano gli interessanti pannelli della mostra del Memoriale, inedita in Italia – partirono dai porti di Genova e Trieste.
“Questa esposizione è nata nello Shanghai Jewish Refugees Museum ed è stata tradotta e adattata – ha spiegato Elisa Giunipero, direttrice dell’istituto Confucio dell’università Cattolica di Milano, durante l’inaugurazione -.Vuol essere un laboratorio di memoria viva, non una rassegna polverosa”. Proprio l’Istituto Confucio assieme alla Fondazione, al Shanghai Jewish Refugees Museum, la Comunità ebraica di Milano, all’Istituto Italiano di Cultura del Consolato Generale d’Italia a Shanghai sono tra i promotori dell’iniziativa.
“Centrale in quella grande azione di salvezza e solidarietà fu Ho Feng Shan, allora console cinese a Vienna, – ha ricordato in una nota Francesco Wu, presidente dell’Unione imprenditori Italia Cina Uniic – un vero e proprio ‘Schindler cinese’, che facendo passare dai porti italiani migliaia di Ebrei europei grazie al suo ruolo diplomatico, ne determinò la salvezza. Ho Feng Shan è un Giusto tra le Nazioni”. D’accordo Gabriele Nissim, presidente dell’associazione Gariwo, che ha proposto la piantumazione di un albero in Cina per rendere onore alla memoria di Ho Feng Shan. E l’auspicio di Agostino Giovagnoli, docente di storia contemporanea alla Cattolica, è stato quello di continuare a mettere in luce questo passato e storie come quella dell’accoglienza degli ebrei a Shangai, costretti poi nel 1942 dai giapponesi a vivere in un ghetto nel distretto di Hongkou (Shanghai).
La mostra, al cui allestimento ha partecipato tra gli altri Guido Morpurgo, architetto del Memoriale di Milano, rimarrà aperta fino al 15 dicembre.

(16 settembre 2016)