Qui Trieste – In sinagoga, note di Memoria

ullmannNuovo appuntamento per il “Festival Viktor Ullmann” dedicato, unico in Europa, alla musica concentrazionaria, degenerata e dell’esilio. L’undicesimo dei quindici eventi tra concerti, conferenze e documentari previsti da aprile a dicembre a Trieste e in altre località della regione si terrà domani sera, alle 21, nella sinagoga della città giuliana. In collaborazione con la Comunità ebraica triestina, verrà infatti presentato un concerto (con introduzione del maestro Davide Casali, direttore artistico del Festival) interamente dedicato all’organo. Il ricco programma che verrà eseguito dall’organista Roberto Velasco prevede brani di Bloch, Lewandowski, Wurzburger, Schmid, Jehan Alain e Gershwin.
I sei preludi di Bloch, viene spiegato, prevedono un utilizzo dei soli registri di fondo dell’organo: in calce prima pagina l’autore indica di evitare registri di colore, voci umane o altri registri “pittoreschi”, ma afferma che solo il reale “colore organistico” deve essere usato. Indicativo del periodo in cui sono stati scritti (1948) è il fatto che portano le registrazioni per organo Hammond, non per Harmonium.
Per la parte dedicata a Lewandowski si tratta di nove piccole composizioni per organo o Harmonium o pianoforte, con una durata inferiore al minuto ciascuna. Lo stile è tipicamente classico, molto semplice, con la melodia al soprano e un accompagnamento quasi da corale.
Wurzburger fu organista alla sinagoga di Francoforte, dove divenne famoso per le sue improvvisazioni su temi tratti dalla musica liturgica ebraica e per le sue esecuzioni di Bach e Buxtehude. La sua quasi completa cecità e la fragile salute del figlio maggiore non gli permisero di emigrare durante il regime nazista, così lui e la sua famiglia furono deportati a Lodz, dove il 12 febbraio del 1942 venne ucciso.
Diversamente dalla famosa passacaglia di Bach, quella di Wurzburger presenta brevi cadenze tra una variazione e l’altra, oltre a seguire lo stile melodico del Kol Nidre che inizia molto lentamente per poi svilupparsi con fluttuazioni agogiche. La conclusione della passacaglia è interrotta da 4 cadenze che incrementano, sia in lunghezza che in intensità, per mezzo di un crescendo dinamico espressivo che porta ad un grandioso “amen” finale.
L’arioso di Schmid in programma è una melodia accompagnata da altre tre
voci in forma ABA, quindi con ritornello finale simile all’inizio in fa maggiore, intercalato da una parte centrale in re maggiore con il canto al tenore, pertanto contornato da un basso e da due voci superiori.
Jehan Alain fu un organista e compositore tra i più apprezzati a Parigi. Allievo di Marcel Dupré e amico di Olivier Messiaen, fu per un periodo organista alla sinagoga di rue Notre-Dame di Nazaret a Parigi, pur non essendo di origine ebraica. Nel 1938 ha avuto l’occasione di registrare un disco 78 giri, unica testimonianza sonora di una sua esecuzione, in cui ha utilizzato dei temi tradizionali della liturgia ebraica riunendo
varie melodie afferenti a diverse feste dell’anno liturgico.
La Rapsodia in Blue di Gershwin venne eseguita per la prima volta il 12 febbraio 1924 all’Aeolian Hall di New York e fu commissionata qualche mese prima da Paul Whiteman che ne fu anche direttore in occasione della prima. Il successo fu immediato, ma la composizione risultò alla fine frutto di tre mani: Gershwin, per la stesura pianistica, Ferde Grofé per la versione orchestrale e Whiteman per i tagli e i rimaneggiamenti vari.