Aleppo, ultima chiamata
“In massimo due mesi, due mesi e mezzo, la città di Aleppo potrebbe essere totalmente distrutta. E migliaia di persone, non terroristi, saranno morte mentre festeggeremo il Natale”. L’allarme lanciato ieri dall’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, è forse il più drammatico tra i numerosi appelli fatti finora da tutti coloro che invano hanno cercato di riportare ai negoziati i due belligeranti, scrive il Sole 24 Ore. “Drammatico – viene spiegato – perché nelle parole dell’esperto diplomatico si legge un’amara constatazione: Aleppo sta per capitolare. E se le milizie dell’opposizione, asserragliate tra gli edifici in macerie, continueranno a resistere, a farne le spese saranno soprattutto i 275mila civili, tra cui 100mila bambini, ancora imprigionati nei quartieri orientali della città, roccaforte dei ribelli, e ormai sotto assedio da alcune settimane”.
Su Corriere Sette l’artista Brian Eno, noto per il suo coinvolgimento nel movimento di boicottaggio dello Stato ebraico, illustra in una lettera i motivi della sua militanza. Consueti strali di odio e accostamenti impropri. E un indecente riferimento alla “pulizia etnica” che lo Stato di Israele starebbe praticando nei confronti dei palestinesi.
Alle provocazioni di Eno risponde magistralmente Aldo Grasso in un breve intervento in cui si ricorda l’importanza di non lasciare solo Israele, primo bersaglio oggi dei terroristi di Hamas e di tanti Stati canaglia che minacciano i valori fondamentali dell’Occidente.
Il leader dell’Anp Abu Mazen ha lasciato l’ospedale di Ramallah, dove è stato sottoposto ad alcuni accertamenti. “Immagini tv dell’agenzia Reuters lo hanno mostrato uscire a piedi dalla struttura, sorridente. Un medico dell’ospedale ha fatto sapere che i test, tra cui un cateterismo cardiaco, hanno dato risultati normali” riporta in breve Avvenire.
Alla fine della guerra, l’arcivescovo di Torino, Maurilio Fossati, avrebbe detto no con toni sprezzanti a un assegno del Vaticano destinato a un campo di rifugiati ebrei. Un assegno rispedito al mittente perché i sopravvissuti, tutti stranieri, erano ritenuti “in massima parte soggetti turbolenti, trattati troppo bene, che lasciano molto a desiderare in quanto a moralità”. A rinvenire la lettera di rifiuto una studiosa locale, Giulietta Weisz, impegnata nell’Associazione Italia-Israele, che l’ha presentata ieri nel corso di una serata a Torino (Ariela Piattelli, La Stampa).
L’ex vicepresidente della Comunità ebraica di Milano, Daniele Nahum, è stato sollevato dall’incarico di responsabile culturale del Pd cittadino. A pesare, secondo il Giornale, le sue critiche per i rapporti intrattenuti da una parte del partito con il Caim, organo di rappresentanza dell’Islam milanese noto per le sue posizioni controverse.
Intervistato da Repubblica, Alessandro Piperno presenta il suo nuovo romanzo pubblicato da Mondadori, Dove la storia finisce. Anche in questo libro, come in quelli passati, numerosi i riferimenti ebraici. Di sé l’autore dice: “Ho una famiglia ebraica da parte di padre, ma mia madre è cattolica. Sono un bastardo, non mi sono mai sentito assimilato”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(7 ottobre 2016)