Istanbul, identificato il terrorista
ma è ancora a piede libero

rassegnaIl ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha dichiarato che gli inquirenti della strage di Capodanno a Istanbul, hanno identificato l’attentatore. II terrorista, ha spiegato Cavusoglu, è stato addestrato in Medio Oriente e ha agito in modo professionale. Il ministro turco non ha fornito però il nome né altri dettagli sulla persona identificata, che è ancora ricercata, scrive il Sole 24 Ore, mentre proseguono le indagini anche per identificare eventuali persone accusate per complicità nell’attentato che ha portato all’assassinio di 39 persone e che è stato rivendicato dallo Stato islamico come rappresaglia nei confronti del governo di Ankara e della sua scelta di riavvicinarsi a Mosca. E riguardo ai nuovi equilibri mediorientali Repubblica si interroga su quali strade prenderà Donald Trump una volta assunta la presidenza degli Usa.

Il verdetto sul caso Hebron. Sui quotidiani italiani spazio anche al verdetto legato al caso del soldato israeliano che aveva sparato a un terrorista palestinese a terra ferito. Secondo il tribunale militare israeliano si tratta di omicidio colposo. II premier Benjamin Netanyahu, riporta il Corriere, ha invocato la clemenza per il soldato ma il presidente Reuven Rivlin si è dato del tempo per decidere. Avigdor Liberman, il ministro della Difesa, ha invitato invece il popolo israeliano a essere vicino alla famiglia” ma chiede di non criticare l’esercito e lo Stato Maggiore. “Perfino Shelly Yacimovich, tra i leader laburisti all’opposizione, – scrive il Corriere – propone di valutare la possibilità della clemenza per evitare le fratture nel Paese ‘sull’orlo di esplodere’”. Il Giornale invece parla di lezione democratica da parte di Israele, in riferimento al processo.

“5 Stelle? Retorici e incompetenti”. Sul Quotidiano Nazionale l’intervista all’economista Enrico Sassoon, ex socio della Casaleggio Associati. Molto critico del Movimento Cinque Stelle (di cui la società Casaleggio costituisce una colonna portante), Sassoon li definisce come una realtà basata “su poche e vaghe opinioni, scarsa competenza e molta retorica”.

Zuckerberg e la politica. Secondo i media il padre di Facebook, Mark Zuckerberg, starebbe lavorando per diventare l’anti-Trump. Il suo annuncio di voler visitare nel 2017 gli Stati dell’Unione – un’iniziativa, ha spiegato, volta a capire perché la globalizzazione ha fallito – è stato infatti interpretato dal mondo dell’informazione come un primo passo verso una possibile entrata in politica (La Stampa).

Oltre la soluzione dei due Stati. Lo scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua parla di Gerusalemme come laboratorio di convivenza (su Origami, inserto de La Stampa) e come possibile modello alternativo alla soluzione dei due Stati per il conflitto tra israeliani e palestinesi.

Daniel Reichel