Dore Gold lascia gli Esteri
Tanto del nuovo corso intrapreso da Israele con i paesi arabi è stato merito di Dore Gold, a lungo direttore generale del Ministero degli Esteri. Gold a metà ottobre ha lasciato il suo incarico, adducendo motivi personali. “Continuerò a mettermi a sua disposizione per qualsiasi compito che mi assegnerà in futuro”, ha scritto il diplomatico nella lettera di dimissioni inviata al Premier Benjamin Netanyahu. E di Netanyahu Gold è stato, nel corso degli ultimi 25 anni, un fidato consigliere su questioni internazionali. A lui il Primo ministro ha affidato lo scorso agosto la guida della delegazione diplomatica che per la prima volta si è recata in un non ben identificato paese musulmano africano, con cui Israele non ha ufficialmente rapporti, per avviare un nuovo corso. Ed è stato ancora Gold a fare da tramite per un’altra significativa visita, questa volta organizzata in Israele, da parte della delegazione di un paese che anche in questo caso non non ha contatti diplomatici con Gerusalemme: l’Arabia Saudita. La delegazione saudita era guidata dal generale in pensione Anwar Eshki, con la partecipazione di diversi uomini d’affari e accademici del paese. Seppur Eshki abbia dichiarato che la visita non era un segno della normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele, la sua stretta di mano con Gold, immortalata e pubblicata su tutti i giornali, è stata valutata come il segnale di un significativo cambiamento delle relazioni bilaterali. “Il nostro essere qui insieme su questo palco – aveva confermato l’ex direttore del Ministero degli Esteri israeliano – non vuol dire che abbiamo risolto tutte le divergenze che hanno diviso i nostri due paesi nel corso degli anni. Ma la nostra speranza è che riusciremo a superarle negli anni a venire”. Divergenze che invece sono state colmate con un’altra nazione dell’area: la Turchia. Nell’intesa milionaria siglata quest’estate tra Ankara e Gerusalemme, con la scelta di quest’ultima di risarcire i parenti dei nove attivisti turchi morti nell’incidente della Mavi Marmara, Gold ha avuto un ruolo significativo. Grazie al suo lavoro e a quello di altri diplomatici israeliani i rapporti con la Turchia si sono normalizzati e in futuro i due paesi collaboreranno sul tema chiave delle risorse energetiche. A prendere il posto di Gold, di cui non è ancora chiaro il futuro, Yuval Rotem, già ambasciatore israeliano in Australia.
(6 novembre 2016)