Shir shishi – Cerbiatta ti manderò
Ancora una poesia sulle cerbiatte e le gazzelle, metafora ricorrente nella poesia israeliana sviluppata da Amir Gilboa nato nel 1917 in Ucraina e morto a Petah Tikva nel 1984. Il giovane Berl Perlman arriva clandestinamente in Israele nel 1937, e partecipa alle missioni della Brigata Ebraica volte a sconfiggere il nazismo e, soprattutto, a contribuire allo sforzo di trasferire i sopravvissuti dall’Europa del nord e dall’Italia in Palestina. Partecipa alla Guerra d’Indipendenza e fa parte della corrente degli scrittori e poeti definiti “La generazione del Palmach”, i gruppi d’assalto che grazie alla coraggiosa decisione di Ben Gurion diventeranno, assieme alle altre strutture militari, l’Esercito per la difesa di Israele. Il vissuto di guerra e il confronto con la sparizione di tutti i suoi parenti in Russia e Polonia lasciano un segno forte sulla sua poesia. Una in particolare “Ad un tratto un uomo si alza e si sente un popolo” viene musicata e diventa una sorta di inno all’esistenza quotidiana e ottimista della gente in Israele.
Amir Gilboa ha vinto il premio del Primo ministro 1969, Premio Chomsky 1977, Premio Israele 1982. Amato per la sue liriche, stimato come editor e traduttore dal polacco e dal russo, continua ad essere letto, ammirato e cantato anche oggi dai giovani.
Questa poesia del 1972, “Cerbiatta ti manderò”, rimane un po’ un mistero: chi è la fanciulla che viene inviata al fronte come il biblico guerriero perdente, Uria l’hittita, per morire eseguendo l’ordine del pusillanime re David? La figlia, oppure ogni altra fanciulla adolescente che incontra per la prima volta il mondo pieno di lupi cattivi fuori dalla porta di casa? Si tratta di una lirica scritta con metafore raffinate, giochi di parole, allusioni bibliche e idiomi pieni di colore. La resa in italiano, ahimè, è complicata e inevitabilmente incompleta.
Cerbiatta/ti manderò ai lupi/non sono nella foresta/
ma in città sui marciapiedi/fuggirai da loro, lo spavento
nei tuoi occhi belli/
mi invidieranno nel vedere te
un bocciolo di paura/e la tua anima
Manderò te al fronte/
la guerra non fa più per me/
il mio cuore, cerbiatta, anela a vederti grondare sangue nell’alba errante
Sarah Kaminski, Università di Torino