Canada e Stati Uniti,
voci a confronto
L’attentato alla moschea di Quebec City, il Muslim Ban di Donald Trump.
Sono i due grandi temi che, ancora oggi, fanno parlare giornali e opinionisti. Non sempre però con l’attenzione e la prudenza che sarebbero richieste.
“Ammira Donald Trump, Marine Le Pen e le forze armate israeliane, ma anche il senatore Mc Cain, George Bush, il New Democratic Party del Canada e viene descritto dai compagni di classe come un ‘nerd’ solitario ed emarginato”. Così La Stampa racconta Alexandre Bissonette, lo studente 27enne canadese incriminato per la strage alla moschea. Un profilo il suo, si legge ancora, “che corre lungo il confine tra l’estremismo xenofobo e l’instabilità caratteriale”.
C’è anche la nonna di Jared Kushner, il genero di Trump, nella polemica su migranti e rifugiati apertasi in questi giorni. Una giornalista di The Nation, di cui parla il Corriere, ha infatti scovato e riproposto una testimonianza del 1982 della donna, originaria della Bielorussia, che confrontandosi con alcuni studenti afferma: “Non ho mai capito una cosa. Persino il nostro bravo presidente Roosevelt, come ha potuto chiudere così a lungo le porte agli ebrei?”. Sui siti e sui social network, riporta il Corriere, la posizione di Jared è stata messa a confronto con quella della nonna. “Il genero Jared, la nonna e la porta chiusa agli ebrei” titola il quotidiano.
Durissima, in un’intervista a La Stampa, la presa di posizione del noto disegnatore Art Spiegelman: “Steve Bannon, il consigliere di Trump autore dei suoi decreti è uno xenofobo, antisemita e misogino, legato ai gruppi neonazisti di Alt Right. Trump non è abbastanza sofisticato per capirlo, ma tutto questo è parte di un piano preparato e annunciato da tempo dai suprematisti bianchi”. Secondo Spiegelman, autore del celebre fumetto Maus, “bisogna fare in modo che l’America esca da questo disastro, usandolo per mettersi definitivamente alle spalle l’ideologia che l’ha provocato”.
“Non razzismo, ma soltanto buon senso” scrive invece in un editoriale sul Giornale Fiamma Nirenstein. Il presidente americano, sostiene la giornalista, avrebbe dato le sue risposte a un problema su cui tutto il mondo si sta applicando, “e su cui si riconosce che non c’è stata per ora una risposta efficace o solo sensata”. Può darsi che anche questa sia sbagliata, si legge ancora. “Ma non lo sarà più dei silenzi e delle omissioni che hanno lasciato uccidere migliaia di persone dal terrorismo islamico e che hanno creato situazioni di vita molto difficili nelle città del mondo occidentale”.
“È una scelta giusta dedicare qualcosa, nel suo stadio, a un uomo che ha sofferto. Sono certo che si troverà una soluzione che onorerà Arpad Weisz senza mettere in discussione la Madonna”.
Così al Corriere Bologna l’arcivescovo Matteo Zuppi, su un tema che molto fa parlare la città e la tifoseria felsinea in questi giorni. La decisione annunciata dal Comune di dedicare la curva di San Luca ad Arpad Weisz, allenatore del grande Bologna che fu deportato e ucciso ad Auschwitz in quanto ebreo.
È morta a 106 anni Brunhilde Pomsel, che fu segretaria del ministro nazista della propaganda Goebbels. La sua testimonianza ha dato luogo, nel 2016, al documentario ‘A German Life’. “Nel film, come numerosi tedeschi della sua generazione – scrive Avvenire della donna – afferma di non aver saputo niente dei crimini nazisti, in particolare dei campi di concentramento e sterminio che furono al cuore del genocidio degli ebrei”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(31 gennaio 2017)