Usa, l’ondata antisemita
continua a fare paura
Una volta sono le minacce di attentati contro i centri ebraici e le scuole. Un’altra gli atti di vandalismo. Un’emergenza quotidiana ormai, scrive La Stampa. E anche una situazione piuttosto inconsueta per gli Stati Uniti d’America, che raramente nella storia hanno affrontato questo tipo di insidia. L’ultima ondata lunedì, con l’evacuazione in contemporanea di 21 edifici. “Le minacce si ripetono spesso uguali, attraverso telefonate fatte con voci distorte, e raggiungono più volte gli stessi centri. Si potrebbe trattare di singole persone, o anche di soggetti mentalmente instabili, ma l’Fbi – viene spiegato – non esclude la partecipazione di gruppi”.
Sempre dagli Stati Uniti si apprende che Trump sarebbe aperto a quello che il Corriere definisce un “clamoroso compromesso”. E cioè la possibilità che venga avviato un percorso di legalizzazione per milioni di migranti che vivono clandestinamente negli Usa. Il presidente ne ha parlato durante un incontro con alcuni giornalisti televisivi alla Casa Bianca. La notizia è stata poi confermata dal New York Times, dopo una prima indiscrezione della Cnn.
Sul Corriere, Gian Antonio Stella torna sul velenoso intervento di Marine Le Pen relativo agli ebrei con passaporto doppio, francese e israeliano. Ad essere rievocato è l’affare Dreyfus, condannato da Emile Zola nel suo celebre “J’accuse” e frutto, sottolinea Stella, di un antisemitismo che fu radicato nella cultura d’Oltralpe. “Sono circa mezzo milione gli ebrei che vivono in Francia e che si sentono ebrei e francesi. Tanti. A maggior ragione – scrive il giornalista – dopo la Shoah che vide troppi francesi non solo accettare i trasferimenti, ma collaborare attivamente con i nazisti”. Anche l’Italia e gli italiani portano il peso in questa tragedia, aggiunge Stella. “Ma forse la signora Le Pen, specie di questi tempi, dovrebbe contare settanta volte sette prima di fare le sue sparate”.
Nel pomeriggio il ministro della Cultura Dario Franceschini sarà a Carpi per presentare il catalogo del Museo Monumento al Deportato, concepito in collegamento con il campo di Fossoli. Così La Stampa racconta quel luogo, che fu anticamera al lager per molte migliaia di perseguitati: “La strada per il Campo di Fossoli è un viaggio a ritroso nel tempo: i casolari agricoli si diradano man mano che ci si allontana da Carpi, l’umidità annacqua i colori, la Pianura Padana sembra ancora più piatta nel suo tendere verso il nulla. Accanto corre la ferrovia. Poi d’un tratto, dopo una curva, appaiono il cancello d’ingresso, la torretta di guardia, le baracche tristi oltre la recinzione arrugginita”.
“L’Omocausto immaginario”. Così La Stampa titola un intervento del senatore Carlo Giovanardi, che mostra di non gradire l’esistenza di treni Lgbt esclusivamente dedicati agli omosessuali e alle lesbiche che persero la vita nei campi di sterminio. Un’ambigua forma, la definisce, “non di negazionismo, ma di subdolo revisionismo, che tende a rimettere in discussione l’unicità dell’Olocausto, estendendola a una molteplicità di altre situazioni da condannare con forza, ma che nulla hanno a che fare con la soluzione finale della questione ebraica immaginata da Hitler”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(1 marzo 2017)