Al Meis, le domande in mostra
Una prima risposta è già arrivata, per lo “Lo Spazio delle Domande”: l’inaugurazione dell’allestimento promosso dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Ferrara, ha fatto l’en plein delle autorità (dall’ex ambasciatore italiano in Israele, Sergio De Bernardin, al Sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, dal Questore al Prefetto, senza contare i dirigenti delle principali istituzioni culturali cittadine) e richiamato un folto pubblico di curiosi. Perché, come ha sottolineato il Vicesindaco Massimo Maisto, “allo scetticismo degli inizi è subentrato l’interesse per il MEIS, segno che il suo rapporto con la città si è molto rafforzato. Possiamo dire che ormai ci siamo: la Cima Coppi è sempre più vicina e presto arriverà la discesa!”.
Il riferimento è alla mostra sulle origini dell’Italia ebraica con cui, il 13 dicembre, il MEIS aprirà le porte dei nuovi spazi espositivi, per avanzare nel suo cammino di realtà nazionale, “ma con un profilo internazionale – ha proseguito Maisto –, che deve competere con Parigi, Varsavia, Berlino ed essere un luogo in cui circolano idee, competenze, esperienze, un motore per la cultura e il turismo”.
Intanto, con “Lo Spazio delle Domande”, il Museo propone “un’iniziativa molto rilevante ed evocativa – sono le parole del Presidente Dario Disegni –, che focalizza un aspetto fondante dell’ebraismo, ovvero l’importanza delle domande come strumento di approfondimento e conoscenza. Nei testi sacri, vengono poste domande ad Adamo, Caino, Abele, Mosè, Abramo. Nelle yeshivot, dove si studiano il Talmud e la Torah, gli alunni dimostrano di imparare quando sanno fare una buona domanda”. A questo proposito, Disegni ha citato il Nobel per la Fisica Isidor Isaac Rabi che, quando gli chiedevano come avesse fatto a ottenere un risultato così prestigioso, rispondeva: “Il merito è di mia madre. Quando tornavo da scuola, non mi chiedeva, come le altre mamme, se era andato tutto bene o che cosa avevo imparato, ma se avevo fatto una buona domanda”. Domandare per aprirsi al diverso, alla cultura degli altri e creare così le condizioni per una civile convivenza. “Esattamente l’obiettivo del MEIS – ha concluso Disegni –: porsi come centro culturale che porti a interrogarsi e contribuisca alla crescita della società”.
Gli interrogativi ai quali la mostra, progettata da Sharon Reichel e Giulia Gallerani, stimola il visitatore a rispondere in modo originale e interattivo sono quattro: che cos’è per te l’ebraismo? Come lo celebriamo? Dove ci incontriamo? Come mangiamo? Più una quinta questione, aggiunta dal Presidente della Comunità Ebraica di Ferrara, Andrea Pesaro: “In Comunità ci chiediamo ogni giorno quale sia il nostro futuro e credo che la risposta si trovi al MEIS. Per questo, sebbene la collaborazione con il Museo resti all’insegna dell’indipendenza reciproca, abbiamo voluto lasciare qui diversi oggetti della nostra collezione”.
E proprio quegli oggetti, insieme a quelli provenienti dalla collezione Moscati e da quella privata di Pesaro, sono alcuni dei tesori che scandiscono “Lo Spazio delle Domande”, tra anelli nuziali e ketubà (contratti di matrimonio, uno dei quali decorato da Emanuele Luzzati), la chuppà (il baldacchino nuziale), il tallìt (il manto di preghiera maschile, donato al MEIS dall’antiquario fiorentino Giovanni Melli) e un prezioso calice per la cerimonia del kiddush, realizzato dal ferrarese Leo Contini. Questa selezione, affiancata da un filmato di nozze risalente al 1981, dalla foto di un rito nuziale officiato nel 1934 nel Tempio di Via Mazzini e dal tappeto sonoro a tema, intessuto da uno dei massimi interpreti contemporanei della musica ebraica, Enrico Fink, aiuta a comprendere modalità e significato del matrimonio ebraico. “La foto fu scattata per le nozze tra mio nonno Isacco e mia nonna Laura Bassani – ha raccontato Fink –, la cui storia è stata immortalata da Giorgio Bassani nella fiaba che apre “L’odore del fieno”. In seguito – ha ricordato Fink –, Isacco è sparito nelle pieghe della storia, deportato e ucciso ad Auschwitz. Sono partito da qui, cercando di raccontare una cultura viva, in movimento, che fa parte dell’esistenza quotidiana di tanti. Allora ho pensato di riportare al presente, di ricostruire e attualizzare le musiche antiche, tradizionali, con diversi gradi di elaborazione”.
Di una cultura viva, che si interroga incessantemente sulla propria identità, parlano poi i sette ebrei ferraresi – Marcella Ravenna, Jose Bonfiglioli, Marcello Sacerdoti, Baruch Lampronti, il Rabbino Capo di Ferrara, Rav Luciano Caro, Andrea Pesaro e il nipotino Alessandro – ai quali il regista Ruggero Gabbai ha dedicato dei video-ritratti inediti e molto toccanti.
E “Lo Spazio delle Domande” riporta in vita anche un quartiere ebraico, con la ricostruzione di una sinagoga e di alcune botteghe tipiche (una gastronomia e una cartoleria-profumeria) sotto forma di quinte teatrali, grazie alle scene ideate dalla Fondazione Famiglia Sarzi, che ha affidato all’estro dei propri artigiani la creazione di bellissimi burattini (il rabbino, il negoziante, la signora elegante, etc.) in cartapesta e legno, leggeri e adatti ad essere animati dai bambini.
L’itinerario si conclude all’aperto, nel giardino del MEIS, con quello che il Direttore, Simonetta Della Seta, ha definito “un labirinto di emozioni”: l’approccio è ludico e il percorso tra le essenze aiuta a cogliere i dettami dell’alimentazione ebraica (con riferimento, in particolare, a uova, carne, latte e pesce) e l’uso delle spezie bibliche. “Partendo dalle piante nominate dalla Bibbia – ha precisato Della Seta –, le curatrici Sharon Reichel e Monica Bettocchi hanno realizzato questo giardino modulare e sostenibile dove, tra alloro, mirto, timo, lavanda e maggiorana, si svolgeranno presto delle attività didattiche. A partire da oggi – ha aggiunto Della Seta – il pubblico può vedere il giardino crescere e diventare sempre più rigoglioso, proprio come sta crescendo il MEIS”.
Daniela Modonesi
La mostra e il giardino sono aperti dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18, fino a mercoledì 27 settembre. Giorni di chiusura: 11 aprile, 15 agosto e 21 settembre.
Ingresso: 7,00 € il biglietto intero e 4,00 € il ridotto (titolari di MyFE Card e studenti universitari); entrano gratis i minori di 18 anni, gli insegnanti accompagnatori, i portatori di handicap con accompagnatore, i giornalisti e le guide turistiche con tesserino, i membri ICOM, i militari in divisa.
(6 aprile 2017)