Informazione – International Edition
Pesach, in ogni generazione

Schermata 2017-04-10 alle 13.51.27“Quando Rabban Gamliel afferma, nel Trattato della Mishnah di Pesachim 10:5 che ‘in ogni generazione una persona deve considerarsi come se essa stessa fosse uscita dall’Egitto’ tradizionalmente tendiamo a piegare la concezione accettata di tempo e il rapporto diacronico profondità/distanza in un’unione sincronica di momenti: il passato non è distante, è qui e ora”. Approfondisce la festività di Pesach, e di uno dei suoi messaggi centrali il docente dell’Università di Bar Ilan Yaakov Mascetti, nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition. “Non siamo mai completamente liberi, ma abbiamo l’obbligo di tessere e narrare una storia che ci consenta di andare avanti, cambiare e abbandonare la fissità del presente”.
Si parla di Pesach anche nella sezione Italics, che propone un articolo dell’Atlanta Jewish Times sulle tradizioni legate al Seder (la serata centrale della ricorrenza, quando si rievoca l’Esodo) della Comunità ebraica di Roma.
A visitare la Comunità di Roma negli scorsi giorni, è stato il Ministro degli Interni Marco Minniti, che ha espresso la centralità della presenza ebraica nella società italiana. Tra coloro che hanno accolto Minniti, oltre alla presidente della Cer Ruth Dureghello e al rabbino capo Riccardo Di Segni, anche la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. A poche settimane da una nuova riunione dell’Unesco, Di Segni si è inoltre rivolta al premier Paolo Gentiloni, al Ministro degli Esteri Angelino Alfano e all’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea Federica Mogherini chiedendo di opporsi alle mozioni che mirano a delegittimare lo Stato di Israele. E un altro esponente del governo italiano, il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha visitato Tel Aviv per firmare un protocollo di intesa con lo Stato ebraico, la Grecia e Cipro per la realizzazione di un gasdotto sottomarino per lo sfruttamento delle riserve di gas recentemente scoperte, come raccontato nella sezione Bechol Lashon, questa settimana in lingua francese.
Infine, il direttore della redazione giornalistica dell’UCEI Guido Vitale, nel suo appuntamento con It Happened Tomorrow sceglie un commento della storica americana Deborah Lipstadt e dell’avvocato Anthony Julius che l’ha difesa nel processo contro il negazionista della Shoah David Irving, riguardo all’ex sindaco di Londra Ken Livingston.
“Ken Livingston di recente sospeso dal partito laburista per aver sostenuto che Hitler supportasse il sionismo, è un provocatore. Questo significa che non gli interessa la verità. Già rispondergli vuol dire elevarlo, discutere con lui è uno spreco di tempo. Pieno di autocommiserazione e di ammirazione per se stesso, si crede una voce di verità, pronto a combattere i poteri forti, un pensatore indipendente. Nessuno può convincerlo del contrario. L’implicazione è che l’antisemitismo è combattuto al meglio sul piano della ragione, o ignorato, dopo una diagnosi di imbecillità. Il problema di questo approccio è che trascura la fondamentale mala fede dell’antisemitismo. Gli antisemiti non sono giunti alle loro conclusioni per qualche fallace metodo di ragionamento che può essere corretto”.

Rossella Tercatin

(10 aprile 2017)