Francia, la sfida Macron-Le Pen
Ampie analisi sui quotidiani italiani in merito ai risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, che hanno visto trionfare il centrista Emmanuel Macron e l’ultradestra di Marine Le Pen. Saranno loro tra due settimane a sfidarsi al ballottaggio che deciderà chi guiderà la Francia: Macron, outsider con un passato da ministro nel governo socialista, rappresenta la speranza dei moderati e degli europeisti. “Oggi ho votato per la prima volta alle elezioni presidenziali”, racconta al Corriere Edoardo Goldstein, 19 anni, italo-francese, studente alla Bocconi di Milano e volontario per Macron. “E ho votato per lui in modo convinto perché è stato l’unico a fare una campagna positiva, non contro i valori degli altri ma in favore dei propri, prima di tutto il rilancio dell’Europa”. Un’Europa dipinta invece come uno spauracchio da Le Pen che ieri, a risultati acquisiti, ha dichiarato che “la prima tappa è superata” ma ora bisogna “liberare tutto il popolo”, facendo appello ai “patrioti sinceri”: “Da ovunque provengano, per chiunque abbiano votato, senza pregiudizi, li accoglieremo fraternamente, unità nazionale per la sopravvivenza della Francia” (Corriere). Intanto François Fillon, candidato del partito di centrodestra dei Repubblicani, arrivato terzo, invita i suoi elettori a votare Macron per fermare l’onda populista cavalcata dalla Le Pen. Stesso invito è arrivato da Benoit Hamon, candidato del Partito Socialista, che però deve fare i conti con una totale disfatta: il suo 6,3 per cento rappresenta il risultato elettorale peggiore della storia socialista (dovuto in particolare alla bassissima stima dei francesi per il presidente uscente Hollande).
Le Pen non vincerà, parola di Halter. “Oggi la società francese non è pronta per l’estremismo e lei (Marine Le Pen), soprattutto all’ultimo, a partire dalla negazione della responsabilità francese nella deportazione degli ebrei, ha mostrato quanto fosse estrema”, è la valutazione dell’intellettuale Marek Halter, scrittore francese di origine polacca, che su La Stampa prevede la vittoria di Macron ma anche un aumento di consensi da parte dell’ultra destra. E dall’Italia a tifare per quest’ultima e per Le Pen c’è il leader della Lega Matteo Salvini che, intervistato dal Corriere, definisce Macron un “burattino elegante” mentre dipinge la guida del Front National come una vittima del sistema: “Tutta una certa Francia è stata contro la Le Pen. In maniera anche più dura di quanto una certa Italia sia contro la Lega. Lei ha contro il sistema giudiziario, le banche e la finanza non la possono vedere”.
Turchia, liberato il giornalista Del Grande. “Gabriele Del Grande è libero. Gli ho parlato adesso sta tornando in Italia. Ho avuto la gioia di avvisare i suoi familiari. Lo aspettiamo”, è il messaggio con cui il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha annunciato la liberazione del giornalista italiano tenuto per due settimane dalle autorità turche in carcere senza una chiara accusa (Il Post).
Ebrei e Liberazione. In prossimità del 25 aprile continuano i riferimenti al contributo ebraico alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Come quello dato da Piero Cividalli, che, come racconta oggi a Repubblica, scelse di arruolarsi nelle fila della Brigata ebraica: “avevo diciotto anni quando mi fu data la possibilità di arruolarmi nella Brigata ebraica. – racconta Cividalli – Volevo combattere a fianco degli inglesi contro il nazifascismo. Per tanti come me, ebrei in Palestina, era un’ambizione che non trovava risposte o interlocutori attenti. Poi la notizia ufficiale. Finalmente si poteva partire per l’Italia, era la fine del 1944, la guerra era ormai verso l’epilogo che in tanti aspettavamo”. Sulle polemiche invece inerenti alle vergognose contestazioni rispetto alla partecipazione della Brigata ebraica al corteo del 25 aprile e alla spaccatura a Roma tra Comunità ebraica e Anpi è intervenuto anche Matteo Renzi: “Tener fuori la Brigata Ebraica è stato scandaloso, e noi come Pd renderemo omaggio” anche alla comunità ebraica, ha scritto sui social l’ex primo ministro (La Stampa). Pierluigi Battista sul Corriere parla invece del libro di Mirella Serri, Bambini in fuga, che narra la storia dei bambini ebrei rifugiatisi a Nonantola in provincia di Modena per salvarsi dalla persecuzione nazista. La firma del Corriere ricorda inoltre da che parte scelse di stare la guida palestinese di allora: il Gran muftì di Gerusalemme Amin alHusseini, che sposò la causa di Hitler. Leonardo Cohen sul Fatto Quotidiano ricorda invece come gli ebrei aderirono in percentuale in numero maggiore alla Resistenza rispetto al resto dei concittadini italiani e si concentra sulla figura di Eugenio Curiel, partigiano ebreo assassinato a Milano il 24 febbraio 1945.
Di Stefano con i propal. Già noto per molte esternazioni controverse su Israele e sulla politica mediorientale, il deputato Cinque Stelle, Manlio Di Stefano, ha deciso ieri di presenziare al XVIII Festival della solidarietà con il popolo palestinese a Milano, ad Assago presso l’hotel Nh. Promotore della kermesse, ricorda il Corriere, Mohammad Hannoun, che sulla sua pagina Facebook nei giorni scorsi scriveva di Israele come “un’entità fondata sui massacri contro il popolo palestinese”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(24 aprile 2017)