…percorsi
In questi giorni di frequenti commemorazioni e celebrazioni non è semplice raccogliere i pensieri e dare loro una forma coerente e equanime. Gli stimoli sono diversi, contraddittori, e suscitano reazioni fortemente emotive. Una parola che immediatamente viene in mente è ipocrisia, ma innegabilmente si mescola ad essa la parola riconoscimento. Riconoscimento per chi nella società civile e nel sistema politico italiano cerca di promuovere una dignitosa memoria delle infamie perpetrate da altri italiani, dirigenti e seguaci del regime fascista – senza scaricare le responsabilità su altri. Riconoscimento per chi ammonisce contro i rischi del perpetuarsi dell’odio razzista, xenofobo e fondamentalista, e cerca di seminare una traccia di segnali simbolici e di moniti inibitori per le future generazioni. Esemplari, in proposito, le iniziative di ieri, 26 aprile, del Comune e dell’Università di Pisa, e in un recente passato – sempre nella Provincia di Pisa – dei Comuni di Guardistallo e di Cecina. Ipocrisia, invece, di chi rende possibile la coincidenza fra la celebrazione della sconfitta di una feroce e persecutoria dittatura con la gettata delle fondamenta di una prossima ondata di odio e di violenza. Ipocrisia di chi concede o sollecita spazi pubblici e mediatici a beneficio di ambigui e ignoranti giullari di regime (magari con l’esibizione accessoria di un’enorme kippah tipo calzettone), sapendo a priori che costoro sputeranno in pubblico il loro veleno e così facendo incoraggeranno il prossimo atto di aggressione. Esempi clamorosi ci sono venuti dalle infiltrazioni filopalestinesi e anti Brigata Ebraica alle sfilate del 25 Aprile, e dalla rubrica di Rai 3 Agorà ieri mattina. Purtroppo, dunque, il quadro complessivo emergente da queste contrastanti esternazioni è pieno di equivoci, di sfumature, di smussature, di mancanza di inequivocabile chiarezza e onestà. È un compromesso, anzi un’umiliante insalata, fra antifascismo e filofascismo, fra rigore storico e ciarlataneria, fra società civile e anarchico populismo, fra ricerca della pace e fiancheggiamento del terrorismo. Senza dubbio si sta allungando la tortuosa strada che l’Italia e la sua popolazione devono ancora percorrere per allontanarsi definitivamente dalle passate nostalgie totalitarie e dalle possibili future ricadute.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(27 aprile 2017)