Roma, la scuola che aprì le porte
Una storia di coraggio riscoperta

“Il mio invito, cari ragazzi, è a leggere. A documentarsi. Non basta essere indifferenti. Bisogna sapere le cose davvero, approfondirle. È il modo più efficace per contrastare le minacce e i fenomeni negativi che può capitare di incontrare nel nostro quotidiano”.
Si emoziona Gianni Polgar intervenendo dal palco del Collegio San Giuseppe – Istituto De Merode davanti a centinaia di alunni. Una delle scuole più gloriose e qualificate di Roma, che frequentò in un momento particolarmente delicato. Erano i mesi delle persecuzioni antiebraiche e Polgar, 7 anni, ebreo, vi trovò la salvezza grazie al coraggio del suo direttore di allora: Sigismondo Ugo Barbano (1904-1994), un brillante educatore padovano che aveva preso le redini della scuola nell’inverno del 1943.
La sua testimonianza, insieme a quella di un altro salvato – Fausto Zabban – arriva in un momento davvero speciale. Il conferimento del titolo di Giusto tra le Nazioni alla memoria di Barbano, avvenuto questa mattina presso l’istituto tra la commozione dei suoi cari, in particolare la vedova e la figlia. Folta la rappresentanza ebraica presente alla cerimonia, condotta dall’attuale direttore della scuola Alessandro Cacciotti. Dal rabbino capo Riccardo Di Segni alla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, dal presidente del Benè Berith Federico Ascarelli al presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia. A consegnare il riconoscimento, per l’ambasciata israeliana, Rafael Erdreich. Un messaggio è stato inoltre inviato agli organizzatori dalla Presidente UCEI Noemi Di Segni.
Affermata, nei numerosi interventi, la vicinanza tra l’istituto e il mondo ebraico. Ieri come oggi, un’amicizia che prosegue nel tempo. E inoltre, oltre alle vicende che coinvolsero direttamente Polgar e Zabban, le diverse pagine di eroismo scritte da Barbano in quei giorni difficili. In particolare (come è stato ricostruito recentemente) il fatto di aver aperto la porta a tante persone braccate, per diverse ragioni, dal regime nazifascista. Tra loro molti protagonisti dell’Italia del dopoguerra, finalmente libera e in pace.

(10 maggio 2017)