Roma, il rogo del camper “Esclusa pista xenofoba”
“Quando si arriva a uccidere i bambini si è al di sotto del genere umano. Bisogna accertare i responsabili e condannarli severamente”. Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, commentando quanto accaduto a Roma, dove un incendio doloso ha ucciso tre sorelle rom – Francesca di 8 anni, Angelica di 4 e Elisabeth di 20 – che dormivano all’interno di un camper. Secondo la magistratura, si tratta di un regolamento interno. “Qualcuno ha lanciato una bottiglia incendiaria. – riporta il Corriere – La telecamera del centro commerciale ha registrato la scena: il rogo è divampato in pochi minuti. Le tre sorelle hanno fatto un fine orribile nel parcheggio di Centocelle, i familiari non sono riusciti a tirarle fuori, forse sono rimaste incastrate o le fiamme le hanno bloccate”. Repubblica racconta del clima che si respira nel quartiere diviso tra odio e pietà: “Che pena per le bambine ma quelli se ne devono andare”, uno dei commenti degli abitanti della zona.
Testamento biologico ed ebraismo. In una conversazione con il Foglio rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, spiega il punto di vista ebraico sul tema del testamento biologico e del fine vita, argomento al centro di’ uno degli incontri del ciclo “Corpo e Spirito” organizzati dall’Ospedale israelitico di Roma al Pitigliani. Nella tradizione ebraica, spiega il rav, “è consentito, con tutta una serie di paletti e distinzioni, rimuovere gli impedimenti artificiali che prolungano l’agonia. Il medico, infatti, ha sì il dovere di curare il malato, ma non di prolungarne l’agonia. È uno slalom difficile”.
Antisemitismo e nuova destra. Un lettore del Corriere, Roberto Resmann scrive ad Aldo Cazzullo definendo, all’indomani delle elezioni francesi, “un’offesa usurpare la sofferenza degli ebrei e di tutte le vittime del nazismo paragonando la Le Pen, Wilders, Hofer, Orbán a Hitler o accostando le loro idee politiche al nazionalsocialismo”. “L’intento politico – scrive il lettore, che dichiara di non sono essere di destra ma “un liberale tedesco con origini ebree” – è creare sensi di colpa nell’elettorato, demonizzando ogni pensiero di destra o diverso dalla linea dettata degli intellettuali politically correct”. Per Cazzullo, “Guardare la modernità con gli occhiali del passato distorce le immagini, non ci aiuta a capire, ci fa commettere errori. È sbagliato ad esempio leggere l’ascesa del Front National in Francia con la categoria del fascismo, o anche solo del collaborazionismo di Vichy. Le Pen padre è semmai figlio dell’Algeria francese. La figlia rientra nella corrente antiglobalista che percorre altri Paesi. Ha sbagliato però a negare la responsabilità della Francia nella persecuzione degli ebrei, riconosciute per la prima volta da Chirac”.
Sami, rav Carucci e gli Indizi di felicità. Su Repubblica Natalia Aspesi racconta l’ultimo lavoro di Walter Veltroni, il documentario Indizi di felicità, prodotto da Sky Cinema in collaborazione con Palomar che sarà in sala per tre giorni: il 22 l’anteprima in diretta via satellite nei cinema italiani – in collegamento dall’Anteo SpazioCinema di Milano alle 20.30 alla presenza del regista assieme a Ilaria d’Amico e Antonio Albanese che si confronteranno sul tema chiave della pellicola – e poi il 23 e 24 maggio. “Gli indizi – racconta Aspesi – Veltroni li intravede subito, e la sua avventura nella felicità comincia dalle parole colte e pacate di Benedetto (Carucci Viterbi), rabbino presidente della scuola ebraica di Roma per il quale ‘è possibile rinascere dopo il buio spaventoso’, e la termina con i ricordi dolorosi eppure rasserenati di Sami (Modiano), un vecchio gentiluomo scampato adolescente ai campi di concentramento, e che da 11 anni è ‘felice, felice’ perché va nelle scuole a raccontare ciò che non dovrà mai essere dimenticato; e questo è un modo sapiente di racchiudere una possibile felicità proprio dentro le mura della storia di un popolo che ha conosciuto eterna esclusione, pogrom e Olocausto”.
Scuola e Memoria. Il progetto “Memoria, le radici del futuro” della scuola Dino Compagni di Firenze è l’occasione per far rivivere il racconto di Federico Benadì, ebreo fiorentino sopravvissuto alle persecuzioni della Seconda guerra mondiale. A raccontare il progetto, Repubblica Firenze, che spiega come, attraverso una recita teatrale, i ragazzi della terza media ricostruiscano le vicende di Benadì e aprano anche una riflessione sulle persecuzioni di oggi, con la vicenda vera di una famiglia siriana fuggita dalla guerra e rifugiata in Toscana.
Multiculturalismo in azienda. Tre fratelli ebrei, nati a Tel Aviv, e impegnati a costruire un ambiente di lavoro multiculturale, assumendo persone da tutto il mondo e di religioni diverse. È la storia di Mesauda, di cui scrive il Corriere della Sera Beauty: “Siamo nati nel 2007 con l’idea di creare una linea make up per trucchi e cosmetici di alto lusso accessibili a un pubblico ampio – racconta il Ceo Amit Buaron – siamo partiti senza grosse risorse. Oggi, però, siamo presenti in tutta Italia e distribuiamo in 20 paesi, per lo più in Medio Oriente, con una rete vendita sempre in espansione”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(11 maggio 2017)