Con le pieghe la geometria è più facile
Il fruscio dei fogli di carta, e il silenzio. La concentrazione, negli sguardi, nei gesti, l’attenzione con cui piccole mani piegano e voltano, osservano e piegano ancora. Da un rettangolo nascono forme e risate. Le lezioni di Origametria sono un misto di gioco e concentrazione, un percorso di scoperta e di rispetto per i limiti imposti dal foglio. E una successione di sorprese: da un foglio escono strutture, giochi, sculture. La geometria si impara così, in Israele, grazie alla volontà caparbia di Miri Golan che, appassionata di origami sin da bambina, ha sviluppato un programma che unisce l’arte degli origami alla geometria, approvato dal ministero dell’Istruzione. Il nome, «origametria», è nato quando all’inizio degli Anni 90 l’Israeli Origami Center, da lei fondato, ha iniziato a portare nelle scuole un programma specifico centrato sul riconoscimento delle figure geometriche e delle loro caratteristiche.
La fondatrice
Miri Golan ha scoperto l’antica arte degli origami da bambina, grazie alla tv. «Mi divertivo, era rilassante, non sapevo neppure di cosa si trattasse, per me era piegare la carta». La passione non è diminuita con gli anni e nel 1989, è andata in Giappone. «Quando sono tornata ho iniziato a sviluppare un programma per le scuole, che allora non aveva nulla a che fare con la geometria. All’inizio è stata dura, ma il passaparola mi ha aiutata». Non soddisfatta, ci ha unito l’altra sua passione, la matematica: «La geometria non è facile da insegnare, e difficile da imparare. E spesso non è per nulla divertente, anzi! Quando una classe inizia a fare origametria e scopre di poter misurare un angolo senza goniometro, o che basta una striscia di carta per costruire un pentagono, allora tutto cambia». L’origametria è entrata nel curriculum ufficiale delle scuole israeliane, con la recente evoluzione che ha portato alla piattaforma di e-learning e in Italia, grazie alla collaborazione con la professoressa Emma Frigerio, è arrivata fino in Bocconi.
In Italia
In realtà il dibattito teorico sull’insegnamento della matematica era già molto sviluppato agli inizi del secolo scorso e in Italia, dove Emma Castelnuovo ha mostrato la strada, puntava su una didattica attiva secondo cui solo seguendo un indirizzo storico-costruttivo è possibile coinvolgere gli allievi in una riscoperta delle leggi e delle proprietà di numeri e figure. La capacità di astrazione e la libertà di giocare con i simboli non è connaturata e l’apprendimento della matematica attraverso attività manuali è più facile e più profondo.
Gli origami permettono di fare questo passaggio giocando: piegare un foglio porta al riconoscimento delle figure geometriche, e si scopre cosa sono lati, diagonali e simmetrie, ma anche che capire gli angoli è importante, e senza neppure rendersene conto vengono acquisiti i concetti principali. Le bisettrici non fanno più paura e presto si passa alla costruzione dei solidi geometrici. Le frazioni diventano facili: basta iniziare a dividere il foglio in parti uguali. E quando si arriva alle proporzioni è sufficiente mostrare come da un foglio più piccolo con le stesse pieghe si ottenga un risultato finale di una dimensione diversa.
L’origametria, raccontano con entusiasmo gli insegnanti e i direttori delle scuole già coinvolte nel programma, sviluppa anche altro: dalla motricità fine alla capacità di concentrazione, dal pensiero logico e sequenziale alla coordinazione. Nelle classi aumentano il rispetto per il lavoro degli altri e la capacità di attenzione, e – spiega Dina Vardi, esperta di psicologia dell’educazione – funziona anche come rinforzo all’autostima. «Aiuta a coinvolgere attivamente i bambini e permette loro di sviluppare rapporti più stretti con gli insegnanti, basati su una collaborazione e su una complicità che difficilmente sarebbero possibili altrimenti. Nelle scuole, inoltre, sono state fatte valutazioni comparate fra chi ha seguito origametria e chi no, e la differenza nella facilità di ragionamento logico spaziale, così come nella capacità di concentrazione, è evidente». D’altronde la magia matematica degli origami è il cuore delle lezioni di Erik Demaine, professore del prestigioso Mit, e dei Ted di Robert Lang, il fisico e teorico degli origami che in 18 minuti spiega il collegamento fra le cicogne di carta e i telescopi spaziali. Ironicamente, i suoi ragionamenti non fanno una piega.
Ada Treves, La Stampa, 15 maggio 2017
(21 maggio 2017)