Fino a 120
Uno speciale su Arutz 2 – lo storico e sempreverde canale televisivo israeliano – ci svela che, secondo una recente statistica, gli anziani più longevi del paese sono principalmente i Haredim (ebrei ortodossi) che risiedono a Bnei Barak, la città israeliana con il tasso di povertà più alto e numerosi problemi di igiene e sanità pubblica.
Scopriamo dunque che, nonostante uno stile di vita estremamente sedentario, i signori con la barba lunga e il cappello nero arrivano spesso e volentieri a superare il secolo di vita, in perfetta forma fisica e in piena lucidità mentale.
I ricercatori si sono rivolti ad illustri nomi del settore sanitario, medici rinomati che hanno analizzato il fenomeno con grande attenzione. Ciò che ne è emerso ha lasciato tutti un po’ perplessi, un po’ scossi, un po’ ammirati, un po’ allarmati.
“Dio esiste, non c’è dubbio, ne abbiamo finalmente la prova”, ha dichiarato uno degli specialisti coinvolti. “Non esiste altra spiegazione che giustifichi tutto ciò. Ne deduco solamente che, una vita condotta all’insegna della fede, permette di conservare al meglio il proprio spirito e, di conseguenza, il proprio corpo.”
Un’altra tesi valida emersa nel corso dell’indagine, ci aiuta a far luce non solo sulle condizioni che favoriscono la longevità, ma anche su quelle che al contrario la ostacolano.
“Nel mondo ebraico ortodosso, non esiste la pensione: più si invecchia e più si è ritenuti saggi. Il ruolo degli anziani, infatti, è assolutamente centrale all’interno della vita comunitaria, indispensabile nei centri di studio, nei templi. Inoltre, le decine e decine di nipoti e pronipoti sono un’ottima compagnia, le festività un fantastico diversivo per rompere la routine.”
Osservo affascinato il susseguirsi di immagini che scorrono sullo schermo, e sorrido. Un pensiero che – ne sono certo – mi accomuna a migliaia di altri telespettatori, mi attraversa la mente come un fulmine: la mattina seguente avrei fatto visita ai miei nonni.
David Zebuloni
(23 giugno 2017)