Nizza, un anno dopo l’attacco

rassegnaI principali quotidiani italiani ricordano il primo anniversario dell’attentato di Nizza: la sera del 14 luglio Lahouaiej-Bouhlel lanciava il suo camion sulla folla raccolta sulla Promenade des Anglais, uccidendo 86 persone, tra cui sei italiani, e ferendone altre 450. Un anno dopo Parigi si prepara a omaggiare i morti nella parata agli Champs-Elysées cui domani parteciperanno Emmanuel Macron e Donald Trump. Subito dopo a Nizza il presidente francese incontrerà le famiglie delle vittime. “Da un anno ogni notte mi insegue quel Tir”, racconta al Corriere Gaetano Moscato, sopravvissuto alla strage e definito allora dai giornali il “nonno eroe” perché prese da parte sua figlia e i suoi nipoti di 13 e 18 anni prima di essere investito. Nell’attentato Moscato ha perso una gamba e l’amica Carla. “Cerco di guardare le televisione il meno possibile, di non pensare a nulla. Cerco di vivere in un’altra dimensione. – racconta – In un mondo diverso. Ma so che ci saranno altre stragi. Questa maledizione non ce la toglieremo mai”. “È difficile dimenticare, ogni nuovo attentato ci riporta a quella sera. – spiega invece a Repubblica Andrea Avagnina, sopravvissuto con la compagna alla strage – Però, per certi versi, noi stiamo meglio di chi ha visto quello che accadeva o ha cercato i parenti per giorni. Io non ho visto il camion e non mi ricordo l’impatto”.

Attacchi antisemiti a Fiano: “Corsaro si dimetta”. Come scrive il Corriere, il seme dell’antisemitismo attecchisce anche in Parlamento con una battutaccia del deputato Massimo Corsaro, ex missino, ex An, ora approdato al gruppo di Raffaele Fitto, nei confronti del collega Pd Emanuele Fiano. “Sono in Parlamento da undici anni e non era mai accaduto” un attacco simile, spiega Fiano a Repubblica, primo firmatario della legge contro la propaganda fascista. Alcuni criticano la sua legge in nome della libertà di opinione: “Sono critiche che rispetto, ma non condivido: io non voglio colpire le opinioni. Per me, chi dice ‘sono fascista e mussoliniano’ non deve essere perseguito. Le norme riguardano chi fa propaganda delle idee fasciste”. Diversi editorialisti, da Pierluigi Battista sul Corriere della Sera a Giovanni De Luna su La Stampa, analizzano la preoccupante situazione legata alla riemersione del neofascismo e allo sdoganamento delle retoriche antisemite. “La proposta di legge di Fiano non c’entra. – scrive Battista – C’entra l’insulto all’ebreo Emanuele Fiano. C’entra che con il passato che abbiamo alle spalle uno così in Parlamento non ce lo possiamo permettere. C’entra che nel mondo e in Europa tira una brutta aria sugli ebrei ed è giusto che la sensibilità pubblica senta la frase di Corsaro come un’offesa e un oltraggio. C’entra la tristezza che un antisemita così abbia un suo seguito e che stia nel Parlamento. Non resta che sperare nelle sue dimissioni”.

CasaPound ci riprova, ma rimane fuori da Palazzo Marino. Dopo la recente incursione nelle sale comunali, i militanti di estrema destra di CasaPound hanno cercato nuovamente di introdursi a Palazzo Marino ma questa volta sono stati fermati. “L’ingresso stavolta è sbarrato e piazza Scala in un attimo è circondata da agenti in assetto anti-sommossa e digos. – racconta Corriere Milano – I militanti urlano con i megafoni ‘dimettiti’ all’indirizzo del sindaco Beppe Sala che è in aula, perché si discute l’accordo di programma sugli ex Scali ferroviari, arrivato all’ultimo step. Distribuiscono gli stessi volantini ma non ci sono saluti romani.

Denis Mack Smith (1920-2017). È morto a 97 anni lo storico Denis Mack Smith. In Italia, l’incontro che segnò una svolta nella sua carriera di studioso, quello con Benedetto Croce che lo introdusse nel ambiente culturale del Paese. Nel 1959 vide la luce il libro stampato oltre 150 mila copie che lo mise al centro dell’attenzione, facendone il bersaglio di molte polemiche. Lo storico, spiega sul Messaggero Mario Avagliano, “ha segnato quanto pochi altri la vicenda storiografica italiana nel dopoguerra, con saggi importanti sia sulla bella pagina del Risorgimento sia sul buco nero del fascismo”.

Tillerson sigla a Doha un accordo antiterrorismo. “Insufficiente”. Così Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno definito il memorandum d’intesa sulla lotta al terrorismo e al suo finanziamento firmato ieri da Qatar e Stati Uniti in occasione della visita a Doha del segretario di stato americano, Rex Tillerson. Il memorandum è «il risultato della pressione e dei ripetuti appelli negli ultimi anni da parte dei quattro stati e dei loro partner affinché il Qatar cessi di sostenere il terrorismo” si legge in una nota diffusa dai quattro governi. Ma si tratta di “un passo insufficiente”. I quattro paesi hanno annunciato che monitoreranno “attentamente la serietà delle autorità qatariote nel combattere tutte le forme di finanziamento e sostegno al terrorismo” (Osservatore Romano).

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(13 luglio 2017)