“Ebrei di Libia residenti all’estero,
un’ingiustizia da sanare”

“Gli ebrei di origine libica naturalizzati italiani, o riconosciuti tali ‘optimo iure sanguine’ che risiedono all’estero, incontrano delle difficoltà nel vedersi rinnovato il passaporto dai rispettivi consolati, per via dell’impossibilità di poter produrre il loro certificato di nascita. In mancanza del certificato di nascita, un cittadino italiano residente all’estero, non può nemmeno iscriversi all’Aire”.
A sollevare questo problema, in una lettera aperta al Primo ministro Paolo Gentiloni, è l’assessore UCEI alla Cultura David Meghnagi.
“Per evitare il rischio di perdere la cittadinanza – si legge ancora – occorrerebbe trasferire la propria residenza in Italia e, una volta qui, rivolgersi al Tribunale per ottenere una dichiarazione giurata”. Il trasferimento della residenza non è però una cosa che si possa compiere facilmente. Per questo Meghnagi individua una via di uscita: a rilasciare la certificazione sostitutiva potrebbero i Consolati.
“Qualora questa strada fosse percorribile sul piano giuridico – osserva infine – renderebbe possibile il superamento di una difficoltà che per non voluta, suonerebbe ingiusta”.

(6 agosto 2017)