La rivoluzione nelle infrastrutture
147 progetti per cambiare Israele

IsraelIl Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha presentato, nel corso della riunione di gabinetto di inizio settimana (domenica) un piano quinquennale (2017-2021) per lo sviluppo delle infrastrutture del paese e un raccordo stradale in Cisgiordania. Il piano è ambizioso e la cifra stimata disporre si aggira attorno ai 100 miliardi di shekel (circa 23 miliardi di euro), con la previsione di investimenti provenienti dal settore privato e dall’estero. In una nota diffusa dall’ufficio di Netanyahu si afferma che la mancanza di un piano di sviluppo infrastrutturale finora ha impedito gli investimenti di società straniere. Il piano si basa su una decisione del governo di agosto 2016 sulla mappatura di tutti i progetti infrastrutturali, di protezione ambientale, nel settore dell’energia e dell’agricoltura necessari al paese.
“Il programma consentirà al governo di fornire ai cittadini migliori servizi di trasporto, nel settore dell’energia, della sanità ed altri”, ha dichiarato Netanyahu. Secondo il direttore generale Eli Groner “la mappatura dei progetti è un passo cruciale per ottenere investimenti stranieri nel settore delle infrastrutture, aumentandoli e sviluppando l’economica israeliana”. Groner ha poi spiegato che l’intero programma è stato elaborato tenendo conto degli incontri avvenuti con funzionari degli organismi internazionali per gli investimenti nel settore delle infrastrutture. L’intero progetto è stato accolto positivamente dalla governatrice della Banca centrale israeliana Karnit Flug, che ha ricordato come il livello di infrastrutture nel paese sia “insufficiente, soprattutto nel settore pubblico ed in particolare nelle grandi città”. “Il volume degli investimenti annuali – ha spiegato Flug – è basso rispetto all’estero e non stiamo chiudendo il divario a livello delle infrastrutture rispetto ad altre economie avanzate, e ciò pesa sulla produttività e il potenziale di crescita dell’economia”. Tra i suggerimenti della governatrice all’esecutivo, l’istituzione di un’unità speciale incaricata di gestire e monitorare le offerte ed i contratti nel settore pubblico-privato.
Il settore dei trasporti è quello maggiormente coinvolto nel programma di investimenti: 63 dei 147 progetti totali sono infatti inerenti questo settore. Il 51 per cento dei costi riguarda la costruzione della rete tranviaria a Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa; il 22 per cento concerne la costruzione di nuove strade; il 15 per cento è destinato alla costruzione della rete ferroviaria; il 5 per cento sarà utilizzato per la creazione di nuove corsie del trasporto pubblico; un ulteriore 3 per cento per il sistema urbano di trasporto pubblico ad alta capacità; e l’1 per cento per la costruzione di piste ciclabili.

d.r.

(4 settembre 2017)