Minniti: “Serve unità nazionale per battere scafisti e terroristi”
Su terrorismo e immigrazione, “sui grandi temi di fondo, un grande Paese non si divide”, dice al Corriere il ministro degli Interni Marco Minniti, in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo. “La mia scelta di metterci la faccia, – afferma Minniti – senza entrare nel campo aperto della contrapposizione politica, ha questo significato. Solo così si affronta il tema cruciale della società moderna”. Tra i temi toccati, il ministro contesta la tesi secondo cui l’Italia avrebbe fatto un accordo con i trafficanti in Libia per arginare l’arrivo dei migranti sulle nostre coste (tesi di cui hanno parlato Corriere ma anche New York Times e Washington Post): “Noi abbiamo investito in Libia, in Africa. Ma sulla legalità; non sull’illegalità”, afferma Minniti, che smentisce le accuse. A domanda invece sul problema del neofascismo in Italia, il ministro afferma, “Certo che c’è. Non ho timore di assumere posizioni nette, come quando ho detto alla Camera che una manifestazione che si richiama alla marcia su Roma e al 28 ottobre per me non si può fare. Alla festa di Atreju c’è stato un confronto vero, anche duro. Quando ho sentito dire che il Pci è estraneo alla storia positiva del Paese, mi sono ribellato. E ho rivendicato la funzione nazionale del Pci negli anni di piombo”.
Italia e razzismo. Di cosa parliamo quando facciamo riferimento al razzismo in Italia? A chiederselo il genetista Guido Barbujani sul domenicale del Sole 24 Ore, che, facendo riferimento a due libri – Non sono razzista, ma (Feltrinelli), Luigi Manconi e Federica Resta e Contro il razzismo, a cura di Marco Aime, Einaudi – analizza la questione: “è giusto, giudicare in blocco i comportamenti di un intero popolo? – si chiede Barbujani – La risposta di Primo Levi, come sappiamo, era sì. Ci sono tendenze generali, a cui i singoli possono sottrarsi (e così facendo non condividerne la responsabilità) ma a cui la maggioranza obbedisce: e questa obbedienza di massa legittima un giudizio collettivo. Levi pensava alla Germania ai tempi della Shoah; nel loro Non sono razzista, ma (Feltrinelli), Luigi Manconi e Federica Resta si interrogano invece sull’Italia dei nostri giorni. La loro risposta è netta: dire che gli italiani sono razzisti è una sciocchezza, ma è vero che in Italia comportamenti apertamente razzisti sono sempre più tollerati e giustificati”.
Rohingya un popolo braccato. Continua la crisi umanitaria che coinvolge la popolazione musulmana Rohingya. Da settimane in centinaia di migliaia stanno scappando in Bangladesh dal Myanmar, dove vengono uccisi e discriminati. Ma la loro storia e le loro vicissitudini, denuncia il filosofo francese Bernard Henry Levy sul Corriere, erano note da tempo: “un milione di uomini e donne cui è vietato votare e avere una rappresentanza politica, l’accesso a ospedali e scuole; un milione d’anime cui viene imposta la condizione unica, inconcepibile per la sua crudeltà calcolata, di essere erranti e al tempo stesso costrette ai domiciliari (infatti, per legge, non hanno diritto di circolare, né di lavorare e nemmeno di sposarsi al di fuori del loro villaggio d’origine)”. Il filoso esprime poi tutta la sua delusione per il ruolo del Nobel Aung San Suu Kyi, che di fronte alla tragedia dei Rohingya non ha fatto nulla.
Post terremoto, le ricostruzioni dei privati in attesa dello Stato. Su Repubblica, un’analisi della situazione delle zone colpite dal terremoto nell’estate 2016: allo Stato, scrive il quotidiano, non sono bastati tredici mesi per far arrivare le casette nei paesi distrutti mentre dove sono intervenuti gli sponsor le opere sono state ultimate in tempi record. “Quelli della Regione mi fanno impazzire, va tutto lentissimo – lo sfogo del sindaco di Arquata Aleandro Petrucci – Invece la scuola finanziata dalla Fondazione della Stampa è stata costruita in 4 mesi. Un giorno è venuto John Elkann, mi ha detto che l’avrebbero realizzata direttamente loro o non se ne sarebbe fatto nulla. Hanno affidato i lavori a una ditta del Nord: bravissimi, altro che quelli che hanno vinto l’appalto delle casette”. Tra le opere realizzate dai privati ad Amatrice, Repubblica ricorda poi il campo da calcetto realizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Scai (frazione di Amatrice).
Roma, Ketubot in mostra. “Venti pregiate pergamene di pecora, scritte a mano e decorate all’acquarello, del XVIII e XIX secolo, tutte di produzione romana, più un pezzo unico del 1627, prestato dal Museo Israel di Gerusalemme, che torna a casa dopo quattro secoli”. Sono le ketubbot protagoniste della mostra al Museo ebraico di Roma di cui racconta oggi il Messaggero e che sarà inaugurata martedì prossimo.
Levi al Quirinale. Come ricorda il Sole 24 Ore, martedì verrà anche inaugurata la mostra “I mondi di Primo Levi. Una strenua chiarezza” al Quirinale con la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’esposizione è curata da Fabio Levi e Peppino Ortoleva.
Accademie ed ebraismo. Un progetto, promosso dalla Arts and Humanities Research Council e condotto in collaborazione tra la British Library, la Royal Holloway Universityof London e l’Università di Reading, ha messo in rete un primo censimento di nomi, luoghi, libri, emblemi, ritratti, tra il 1525 ed il 1770 delle accademie italiane, racconta sul Sole 24 Ore Giulio Busi, che poi riflette sul diverso destino degli ebrei. “Se vogliono godere dei benefici della vita accademica, – spiega Busi – gli ebrei sono costretti a istituire circoli propri”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked