Don Pallù: “Ho avuto paura”
“Siamo stati trattati abbastanza bene ma ho avuto paura di morire”. Parole di padre Maurizio Pallù, il missionario fiorentino liberato a neanche una settimana dal suo rapimento in Nigeria. Riguardo ai motivi del suo sequestro, il Corriere scrive: “Il timore che il missionario, ostaggio italiano, potesse essere ceduto alle milizie di Boko Haram, l’organizzazione jihadista diffusa nel Nord del Paese, era molto forte. Ma, al momento, manca il riscontro all’ipotesi che potessero esserci basisti all’interno del gruppo rapinato e sequestrato. Dunque è difficile pensare a un’azione strutturata. Più facile immaginare il blitz di criminali comuni”.
Intervistato da Repubblica Firenze, il nuovo rabbino capo Amedeo Spagnoletto afferma: “Una nuova moschea per la comunità musulmana. È in gioco una questione fondamentale. Nessuno ha avuto da ridire quando nello skyline urbano entra la cupola della nuova sinagoga di via Farini, nel 1882, e sarebbe inconcepibile che oggi si considerasse un attentato all’identità di Firenze un nuovo edificio di culto, se rispettoso del carattere storico architettonico della città”. A proposito del proprio mandato e del suo programma in Comunità, rav Spagnoletto dichiara: “La questione è di sentirsi ebrei non solo attraverso la memoria, ma per quello che siamo e per come viviamo nella società contemporanea. E una cosa è certa: per comunicare noi stessi, noi per primi dobbiamo sapere chi siamo”.
Sul Corriere della sera una positiva recensione a Presidenti, il saggio di Adam Smulevich dedicato alle figure di Raffaele Jaffe, Giorgio Ascarelli e Renato Sacerdoti: “Un filo sottile ha unito, ai loro albori, la storia di tre squadre di calcio. Due delle quali sarebbero diventate (e sono tuttora) protagoniste assolute dello sport più amato in Italia mentre la terza è da tempo scivolata nelle retrovie. Un filo sottile ma anche poco conosciuto: Casale, Roma e Napoli, infatti, devono la loro trasformazione, nei primi decenni del Novecento, da associazioni dilettantesche a compagini di professionisti capaci di conquistare scudetti e coppe, all’intuito e all’intraprendenza di tre esponenti dell’ebraismo italiano”.
Le donne saudite ora possono guidare. “Ma è davvero una svolta?” chiede Rossella Tercatin, su 7 del Corriere, all’imam Yahya Pallavicini e al docente di Islamistica Roberto Tottoli. “Penso che questa novità rappresenti una svolta, perché non si esaurisce in se stessa, ma si inserisce nel quadro di altri cambiamenti che la nuova generazione al governo nel Paese sta intraprendendo” sostiene Pallavicini. Diverso il parere di Tottoli, che afferma: “La inserirei tra le le costanti ma ridottissime aperture che il governo saudita sta portando avanti, da vent’anni a questa parte, in uno scenario di generale tradizionalismo e conservatorismo”.
Ottimismo e humor tra le doti richieste dal Mossad nella sua nuova campagna di reclutamento, oggetto di un approfondimento del quotidiano israeliano Yedioth Ahronot di cui oggi parla Repubblica. “Non basta possedere freddezza e autocontrollo, saper dominare lo stress, essere disponibili al lavoro di gruppo, parlare le lingue e conoscere alla perfezione le nuove tecnologie militari e della comunicazione. Alle nuove reclute del Mossad – si legge – i dirigenti dell’Istituto addetti alla gestione delle risorse umane richiedono adesso ‘ottimismo, senso dell’umorismo e spontaneità’, qualità che finora è stato facile riscontrare nelle trasposizioni cinematografiche della figura dell’agente segreto, ma meno nei rari squarci di realtà che di tanto in tanto sono offerti alla pubblica opinione”.
(19 ottobre 2017)