Roma, la violenza dei razzisti
Massacrato di botte da un gruppo di giovani tra i 17 e i 19 anni, di ritorno dalla movida in centro a Roma. È accaduto a un ragazzo bengalese di 27 anni sabato sera: “Non so perché mi hanno picchiato. – racconta la vittima al Corriere della Sera– Volevo solo prendere il bus per tornare a casa. Stavo con un amico egiziano che lavora con me in un ristorante a Campo de’ Fiori: ci hanno preso di mira, erano in 12-13. Prima ci hanno insultato, ci hanno chiamato negri. Poi giù botte”. In carcere, per il pestaggio del cameriere, accusato di tentato omicidio aggravato dalla violazione della legge Mancino, c’è adesso un tifoso romanista, Alessio Manzo, 18 anni. Ha un precedente per droga e le foto di Hitler e Mussolini sul profilo Facebook (Repubblica Roma). Un episodio che richiama l’attenzione sulla violenza razzista nella Capitale dopo il caso dei tifosi della Lazio e gli insulti ad Anna Frank. A riguardo a Latina, altro pessimo spettacolo: i tifosi della squadra di casa non solo non hanno partecipato al minuto di silenzio stabilito in tutti gli stadi dopo quanto accaduto a Roma, ma hanno anche cantato l’inno nazionale concludendolo inneggiando al duce. E poi per tutta la durata dell’incontro hanno intonato cori fascisti, fatto saluti romani e sventolato una bandiera tedesca (Repubblica Roma).
Ius soli, Gentiloni pensa alla fiducia. “Se dopo il passaggio della legge di Stabilità al Senato, ci saranno le condizioni politiche, il governo è pronto a mettere la fiducia”, fa sapere il Premier Paolo Gentiloni, in visita in India, in merito alla legge sullo ius soli. A partire dal 23 novembre, il Senato si sarà quasi certamente liberato della legge di Stabilità e a quel punto, se le condizioni lo consentiranno, Gentiloni potrebbe mettere la fiducia sullo ius soli, spiega La Stampa. E approvarlo. Perché quel testo è stato già approvato dalla Camera.
“Ue riconosca Hezbollah come terrorista”. Sul Corriere della Sera l’appello firmato dal parlamentare israeliano Yair Lapid e dal deputato democratico americano Ted Deutch in cui si chiede all’Unione europea di riconoscere il movimento libanese Hezbollah come movimento terroristico. “Come si fa, in Europa, a mettere in dubbio che Hezbollah sia un’organizzazione terroristica quando lo stesso Hezbollah lo dichiara apertamente e ripetutamente? – si chiedono i firmatari della missiva – E non solo a parole, ma anche nei fatti: omicidi, attentati con ordigni esplosivi, attacchi missilistici. Negli ultimi sei anni Hezbollah ha rappresentato la principale forza militare schierata al fianco del presidente siriano Assad nell’assalto sferrato contro il suo stesso popolo e il suo Paese. Hezbollah non fa mistero del suo prossimo bersaglio: Israele”.
100 anni dalla dichiarazione Balfour. Il 2 novembre prossimo cadranno i cento anni dalla famosa lettera scritta nel 1917 da lord Arthur Balfour, ministro degli Esteri della Gran Bretagna, a lord Walter Rotschild, in cui dichiarava che “Il governo di Sua Maestà vede con favore l’istituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e userà i suoi migliori sforzi per facilitare l’ottenimento di questo obiettivo”. La dichiarazione fu il primo passo per la nascita del futuro Stato d’Israele. “Siamo fieri del ruolo che abbiamo giocato nella creazione dello Stato d’Israele e certamente celebriamo con orgoglio questo centenario”, ha dichiarato il Primo ministro britannico Theresa May, che in settimana incontrerà a Londra il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in Inghilterra proprio per le iniziative legate all’anniversario (Giornale).
In Vaticano, il summit sul nucleare. Il 10 e 11 novembre si terrà in Vaticano il Vertice mondiale per il Disarmo nucleare, voluto da papa Bergoglio e a cui parteciperanno undici premi Nobel per la pace fra cui Mohammed Yunus, Mohamed El Baradei, Jody Williams, Mairead Maguire, Adolfo Pérez Esquivel e Beatrice Fihn, direttrice dell’ICAN, la campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari che proprio per il suo impegno in nome del disarmo ha vinto il Nobel per la pace quest’anno. Insieme a loro ci saranno i vertici delle Nazioni Unite (Izumi Nakamitsu, Alto rappresentante Onu per il Disarmo ), della Nato ( Rose Gottemoeller, vice segretario generale) e rappresentanti degli Stati coinvolti nella crisi coreana, fra cui in primo piano Stati Uniti, Corea del Sud e Russia (Repubblica).
L’anomalia di Barcellona. Su Repubblica Wlodek Goldkorn analizza le aspirazioni indipendentiste catalane, e in particolare le contraddizioni di una metropoli come Barcellona dove rischia di applicarsi quella che il giornalista chiama “anomalia orientale”, ovvero quel fenomeno associato ai Paesi dell’Est dove una persona “poteva cambiare cittadinanza e appartenenza nazionale più volte, in un lasso di tempo relativamente breve, senza mai spostarsi” a causa del continuo disgregarsi e ricostituirsi degli Stati. Rispetto a Barcellona, Goldkorn spiega: “Da un lato abbiamo persone con più cittadinanze e più appartenenze. Dall’altro, per reazione, la richiesta dell’uniformità si fa più stringente e rischia di disfare gli Stati, come ha distrutto gli imperi. Così scopriamo che l’anomalia orientale ha contagiato l’Ovest e forse Barcellona non è Spagna ma forse lo è, visto che è anche Europa. Se volessimo vederlo dal lato positivo, potremmo dire che abbiamo la chance di scoprire che tutti noi abbiamo tante e contraddittorie identità. E che è meglio tenercele tutte quante.
Le bugie di Mihajlovic. Gigi Riva su Repubblica contesta le parole dell’allenatore Sinisa Mihajlovic, che qualche giorno fa aveva sostenuto di non sapere chi fosse Anna Frank. “In qualunque tv dei Balcani – scrive Riva – Mihajlovic non potrebbe dire le stesse cose rimanendo serio. Anna Frank e la Shoah sono argomenti di studio sia nella scuola primaria sia nella secondaria. Tanto più ai tempi del bambino Sinisa, in epoca di Jugoslavia socialista, quando la II guerra mondiale era ancora più accuratamente analizzata perché lì affondavano le radici, i miti partigiani, l’epopea di Tito, la resistenza al nazismo, responsabile, tra l’altro, del bombardamento di Belgrado ( 6 aprile 1941)”. “Al netto della bugia, l’ignobile teatrino sul tema Anna Frank – afferma Riva – sdogana un diritto all’ignoranza di cui un tempo ci si vergognava. Oggi se ne mena vanto”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked