Neofascisti a Roma
Slogan contro i migranti, cori neofascisti, saluti romani. Come previsto, la marcia dei “patrioti” convocata a Roma da Forza Nuova (comunque un fiasco, meno di mille partecipanti) ha offerto il consueto campionario di parole e momenti esecrabili. Scrive Repubblica a proposito del corteo: “La parola d’ordine è ‘stop alla sostituzione etnica degli italiani’, cavallo di battaglia agitato anche dai ‘cugini-rivali’ di CasaPound. Perché, insieme alla nostalgia e alla rabbia verso gli stranieri, in questo corteo c’è anche il tentativo di accreditarsi come punto di riferimento della galassia di estrema destra”.
Sempre Repubblica intervista la nuova presidente Anpi Carla Nespolo, prima donna e prima figura non coinvolta nella Resistenza a presiedere l’associazione, che afferma: “Ai ragazzini che subiscono il fascino di CasaPound o di Forza Nuova dobbiamo spiegare la storia. Come sono andate realmente le cose”. Nespolo cita Vittorio Foa, che così disse a un parlamentare missino che inneggiava al fascismo: “Vede, siccome abbiamo vinto noi lei può criticarci. Se aveste vinto voi noi saremmo in galera o in ospedale”. Questo, osserva la presidente Anpi, “è il punto”.
Al via in queste ore il Viaggio della Memoria organizzato dal Comune di Roma insieme alla Comunità ebraica. Quest’anno ci saranno anche alcuni capigruppo. Ma tra loro non Rachele Mussolini, capogruppo della lista civica di Giorgia Meloni e nipote del dittatore fascista. Al Messaggero dice: “Credo che si pianga sempre e solo una tipologia di morti, di serie A, e ci dimentichiamo troppo spesso delle vittime del comunismo. Al cui confronto Hitler era un novellino”.
Oggi la Lazio giocherà con la curva Nord chiusa per la seconda delle due giornate di squalifica inflitte per i cori razzisti di Lazio-Sassuolo. Il club ha però aperto la curva Sud, consentendo l’ingresso anche agli abbonati della Nord. Una decisione che, spiega la Gazzetta dello Sport, ha creato numerose polemiche ed è stata criticata anche dal numero uno del Coni Giovanni Malagò.
Medio Oriente segnato da nuove tensioni. Le dimissioni di Saad Hariri dalla guida del Libano e il missile partito dallo Yemen e intercettato a breve distanza dall’aeroporto di Riad in Arabia Saudita fanno parlare. “L’Iran e gli sciiti fanno sempre più paura” scrive il Corriere.
Tra le diverse segnalazioni letterarie a tema ebraico della domenica, su Repubblica Robinson lo scrittore israeliano David Grossman (domani protagonista a Genova, dove riceverà il Premio Primo Levi) racconta il suo rapporto con lo scrittore torinese. Scrive Grossman, soffermandosi su uno degli incontri chiave di Se questo è un uomo: “Leggo la descrizione di Primo Levi su come le guardie, i Kapos e i civili vedevano i detenuti ebrei, e su come il semplice operaio Lorenzo vedeva lui, e penso a quanto è grande la forza dello sguardo, a quanto è cruciale il modo in cui osserviamo una persona”. Il 7, per Einaudi, uscirà (a cura di Domenico Scarpa e Roberta Mori) l’Album Primo Levi. All’interno quattrocento immagini (tra cui molte inedite) e una graphic novel. Oltre a Robinson a parlarne ampiamente è anche il domenicale del Sole 24 Ore.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(5 novembre 2017)