STORIA Un aiuto durante la Grande Guerra
A cura di Rosanna Supino e Daniela Roccas / L’apporto degli ebrei all’assistenza sanitaria sul fronte della Grande Guerra / Silvio Zamorani Editore
Sono numerosi gli studi relativi al contributo degli ebrei italiani alla prima guerra mondiale: freschi di emancipazione, gli appartenenti alla minoranza ebraica parteciparono agli eventi bellici con diffuso senso patriottico, da soldati semplici, da ufficiali, e anche da medici militari o ausiliari.
Silvio Zamorani Editore ha dato di recente alle stampe gli atti di un convegno che si è tenuto a Trieste nel maggio 2016, “L’apporto degli ebrei all’assistenza sanitaria sul fronte della Grande Guerra”, divenuti un volume collettaneo curato da Rosanna Supino e Daniela Roccas, dedicato proprio all’apporto ebraico in un ambito di grande importanza tra le attività militari.
Nel libro, che si apre con la presentazione del vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara, sono raccolti gli interventi di Pierluigi Briganti, Giovanni Cecini, Maddalena Del Bianco Cotrozzi, Andrea Finzi, Valeria Marchi, Pierpaolo Martucci, Matteo Perissinotto e Mauro Tabor, oltre che delle curatrici. Edito con il supporto dell’Associazione Medica Ebraica, il volume è inserito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri tra le iniziative per il “Centenario della prima guerra mondiale 2014-2018”.
Di grande interesse i contributi raccolti, che ricostruiscono le attività svolte da medici e sanitari ebrei, portando anche progressi nella chirurgia, nella cura delle malattie infettive come la tubercolosi o nel trattamento dei traumi psicologici derivanti dalle violenze subite (esemplare il caso di Edoardo Weiss, eminente psichiatra triestino che combatté sul versante austriaco, ma soccorrendo anche numerosi italiani, e che dopo la guerra, tornato a Trieste, curò centinaia di persone che avevano riportato problemi psichiatrici e neurologici). Tra i molti argomenti, il libro si sofferma anche sul ruolo dei rabbini militari, sulle difficoltà dei combattenti ebrei, nemici sui diversi fronti, e sulle diverse posizioni politiche di personalità di spicco come Cesare Lombroso e altri medici in merito all’interventismo.
Il volume è corredato da un notevole apparato documentale e fotografico, oltre che da una lista di ben quattrocentosettanta nomi tra medici, infermieri, farmacisti, veterinari o “soldati in sanità” che diedero il loro contributo sul fronte del primo conflitto mondiale. Tra di loro, anche tanti volontari e numerose donne, soprattutto crocerossine (a due di esse, Adele e Fanny Luzzatto, è dedicato un interessante capitolo).
Le dettagliate bibliografie in calce a ogni articolo completano un volume esauriente, che ricostruisce uno spaccato di storia patria che meritava di essere approfondito.
Marco Di Porto