La strada dell’arte
Una splendida iniziativa di Andrea Jarach, presidente del Keren HaYesod, ha condotto un gruppo di 57 farmacisti da tutta Italia ad intraprendere un intensivissimo viaggio in Israele. Ricordo un adesivo sulla fiat 124 turchese di mio padre che dichiarava: “Visitate Israele, è entusiasmante”. Ecco, per capire questo Paese bisogna venire qui e perdersi nei viottoli di Zfat, riempirsi di blu davanti al mare di Cesarea e di Netanya e godersi i bei volti sorridenti e l’allegria sulle spiagge di Tel Aviv. Bisogna rilassarsi sulle dune del Negev e ascoltare le storie a Masada, a Gerusalemme, a Modiin. Andrea è convinto che per tornare proprio, completamente innamorati di Israele e della sua gente bisogna anche vedere “Beresheet” del Teatro Arcobaleno e cosi siamo andati al Kibbuz Lavi, dove erano ospitati i nostri nuovi amici farmacisti. Ogni volta mi stupisco nuovamente delle reazioni, dell’affetto, dell’empatia che risvegliano questi ragazzi che cambiano di anno in anno, quando i grandi si arruolano alla Zavah o vanno all’università. Qualcosa si scioglie dentro vedendo il trucco che si scioglie sugli occhi delle signore, vedendo i fazzoletti che spuntano dalle tasche e dalle borsette o captare i commenti sussurrati: “Cadono tutti a terra perché in guerra ci sono solo perdenti”. “Che energia, che forze della natura!”. “Meravigliosi”. Dopo lo spettacolo il pubblico esprime la commozione, ci interrogano sul Kibbutz, sul Moshav, sulla vita lungo il confine. Si parla di educazione, di incontri tra etnie. “Chi sono i drusi? Chi sono i circassi? Fassuta è un villaggio di soli cristiani? Ci sono ragazzi musulmani nel gruppo?”. I ragazzi rispondono con la solita calma, con le scintille negli occhi, David Menasci che accompagna il gruppo racconta del loro laboratorio di Educazione al Dialogo a Bologna e dell’impronta lasciata nei cuori dei ragazzi lì. Il dottor Vitaliano Corapi, capo dell’associazione farmacisti, si alza emozionato e dopo aver elogiato i ragazzi dichiara: “Mi impegno a raccogliere fondi per creare una borsa di studio affinché qualcuno di loro possa continuare la strada dell’arte e del dialogo, di giovani ambasciatori di pace”. Non resta che dire GRAZIE e sperare di avere ancora tanti anni di forze e di energia!
Angelica Edna Calò Livne