Shir Shishi – Nava Semel, le poesie dalla voce forte

Nava SemelQualche giorno fa è morta Nava Semel. Era malata di cancro e ha lottato con tutte le sue forze, con intelligenza, coraggio e sfacciataggine contro il male. Lo ha sfidato parlandone con amici, lettori e giornalisti e tra un trattamento medico e l’altro ha scritto un romanzo sulla storia rocambolesca dei suoi nonni.
Nata a Jaffa nel 1954 da genitori sopravvissuti alla Shoah, è stata tra i primi scrittori israeliani (insieme a David Grossman e Savyon Liebrecht) a trattare l’argomento della seconda generazione, pubblicando una bellissima raccolta di racconti, “Il Cappello di vetro” (1985, traduzione italiana 2002). Ha scritto per il teatro, i bambini e i ragazzi. Nel suo “I segreti del cuore” (Edizioni Sonda) tratta una questione estremamente attuale, l’amore tra due ragazzi e la delicatezza di viverlo senza le interferenze violente della società.
Nava parlava velocemente, in un ebraico ricco, forte ed estremamente diretto, che mutava in poetica esplorativa nei suoi romanzi, come ne “Il riso del ratto” (2001), un poema complesso su una bambina salvata da un prete polacco durante l’occupazione nazista. “Il riso del ratto” è stato riadattato nella forma dell’opera lirica (con un pizzico di surreale), dalla sua amica compositrice Ela Sherif e in quattro anni ha visto molte repliche, compresa una a Varsavia. Nel 2008 ha rielaborato alcuni testi profetici e con lo stesso senso dell’ironia si è avventurata tra i versetti della Genesi (2005), sempre con le musiche di Ela Sherif.
Nava Semel ha vinto il Premio del Primo Ministro Israeliano Women Writers of the Mediterranean (1994) e per molti anni è stata membro del Comitato Scientifico dell’Istituto per la Didattica della Shoah Massua. Tra i suoi ultimi libri troviamo “Testastorta” (2013), in cui la protagonista è la Shoah in Italia, in particolare la realtà contadina di Borgo San Dalmazzo (CN). Il bambino orfanello chiamato, appunto, dai suoi padroni e protettori, Testastorta, scopre che nell’attico della casa si nasconde un essere misterioso, un principe, un partigiano, o forse un ebreo.
Nava ha conosciuto la storia di Borgo San Dalmazzo, del campo di concentramento e delle storie di salvataggio in occasione della sua visita a una scuola di Fossano, una delle tappe del tour che ho condiviso con lei nel 2008. Alla vista del Monviso innevato si è commossa e ha voluto conoscere meglio la storia del luogo e della sua gente. Maria Teresa Milano, che stava lavorando sulle biografie dei Giusti del Piemonte ha accompagnato Nava alla scoperta del territorio e delle tradizioni e ricordo una sera particolarmente interessante in cui il coro di Maria Teresa ha messo in scena per lei una vijà piemontese, con racconti di donne, di masche e canti.
Nava aveva una tale hutzpa, che pochi mesi fa ha pubblicato il suo ultimo romanzo, il racconto dei nonni, Fanni e Gavriel, genitori molto particolari di Yitzhak Artzi, parlamentare, e nonni di due nipoti eccezionali: Shlomo Artzi, uno dei cantautori più amati in Israele e Nava, z”l.

Tre poesie scelte da Nava per un incontro con le scolaresche a Torino e Fossano

IL CORAGGIO DI AVERE PAURA

Coniglio
Codardo
Pappamolle
Fifone
È così che mi chiamano quando non voglio saltare dalla terrazza
o mi rifiuto di fare a botte
o di lanciare una pietra contro la finestra dei vicini
Allora la mamma mi dice:
Ci vuole molto coraggio per avere paura!

IL PAESE DELLA NON PAURA

Nel paese della non paura i serpenti non hanno veleno
Le tigri mangiano insalata e spinaci
I topi sono animali da compagnia
Gli aerei atterrano come fossero di cotone
Si può mandare una email a Dio e ricevere subito risposta
Nella terra della non paura persino la parola coraggio
è inesistente

PERICOLI

Un fuoco che brucia tutto
Un enorme tsunami che si solleva
La terra che trema
La montagna che cade
Li conosco bene tutti
questi pericoli.
L’unico che non conosco è l’uomo senza volto
Nascosto lì,
da qualche parte
in agguato

SENZA TITOLO

Avere il tempo di abbracciare forte
e dire ti amo
e di stare vicini il più possibile
Poi, quando arriverà il momento,
Avere il tempo di dire addio

Sarah Kaminski, Università di Torino