Ticketless – Fortunato?
Rileggo dopo tanti anni Storia di un ebreo fortunato di Vittorio Dan Segre. La Comunità di Torino lo ha ricordato, a tre anni dalla morte, con una serata di studio. Per l’occasione mi sono riletto anche una parte dei suoi interventi su Israele e mi sono chiesto. Davvero un ebreo “fortunato”? Sicuramente sì, per ciò che concerne la sua vita: avventurosa, emozionante, romanzesca se non quasi cinematografica. Avrei dei dubbi a definire “fortunata” la sua visione della politica internazionale, nella fattispecie del conflitto medio-orientale. A dispetto del Segre, teorico del “neutralismo”, che mi sembra sia da considerare un virtuosismo accademico, la sua visione della politica incarnava la parte migliore del realismo cavouriano. Topograficamente Govone e Cavour non sono così distanti. La politica intesa come conflitto di forze, diplomazie spregiudicate, strategie che puntano al fine ignorando i mezzi, realpolitik, ostilità insomma verso ogni utopismo. Una linea di tendenza e di pensiero fra le più “sfortunate” nel secondo dopoguerra italiano. Una lezione nel deserto, che si dovrebbe riascoltare più spesso per arginare la voce tuonante degli ingegneri che progettano castelli in aria.
Alberto Cavaglion
(6 dicembre 2017)