Periscopio – Giorgio Ascarelli

lucreziIn un tempo certamente molto avaro di buone notizie, e molto prodigo di quelle cattive, o pessime (di una “pessimissima” farò cenno alla fine di questa nota), segnaliamo con molto piacere il grande successo incontrato dall’iniziativa della petizione popolare volta a chiedere l’intitolazione di una strada alla memoria di Giorgio Ascarelli, fondatore e primo Presidente, nel 1926, della società Calcio Napoli, il quale contribuì attivamente, rifondendo anche buona parte del proprio patrimonio personale, all’edificazione del primo stadio cittadino (la cui costruzione, iniziata dal Comune nel 1920, si era poi bloccata per sopraggiunte difficoltà economiche). Inaugurato nel 1930 col nome di “Vesuvio”, lo stadio (che sarebbe poi andato distrutto durante la guerra) fu poi chiamato Ascarelli, ma quando, nel 1934, vi si dovette svolgere una partita della nazionale tedesca, si pensò bene di cambiare nome all’impianto sportivo (che fu ribattezzato “Stadio Partenopeo”), in quanto sarebbe parso offensivo che la Germania giocasse la partita in una struttura intitolata a un ebreo. Dopo di che, sul nome del Presidente, con l’avanzare della notte nazifascista, calò una spessa coltre di silenzio e di oblio. Una coltre che è durata anche nel dopoguerra, ma che oggi pare, finalmente, iniziare a diradarsi.
Il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris – che, com’è noto, ha dato non pochi dispiaceri, in diverse occasioni, a chi difende un certo tipo di valori -, intervenendo al recente Congresso nazionale della Federazione delle Associazioni Italia-Israele, svolto proprio nella capitale campana (una presenza che è stata apprezzata, pur nella persistenza di innegabili, forti differenze e distanze, appena rimarcate dallo sgradevolissimo annuncio, fatto poche ore fa, della futura intitolazione di una strada anche ad Arafat), si è pubblicamente impegnato, una volta raggiunto l’obiettivo di 2000 firme raccolte, a proporre alla Commissione Toponomastica la suddetta intitolazione. L’obiettivo è vicino, e ci permettiamo di invitare, da queste colonne, tutti gli amanti di Napoli e dello sport a firmare la petizione e a diffonderla il più possibile, per onorare così la memoria di un grande napoletano e un grande sportivo (la cui figura è stata degnamente ricordata nelle pagine del bel libro di Adam Smulevich, recentemente pubblicato, intitolato, appunto, “Presidenti”), e porre una sia pur piccola e simbolica riparazione alle ingiurie di un crudele passato.
Ingiurie tutte compiute, ricordiamo, sotto l’autorità di un sovrano che non esitò a disonorare la patria, gettandola ai piedi della tirannia fascista, rendendosi complice attivo delle aggressioni coloniali, firmando le infami leggi razziali, precipitando la nazione in una spaventosa e folle catastrofe. Un signore (e siamo alla pessimissima notizia) la cui salma è ora rientrata nel Paese trasportata da un aereo militare, cioè con l’onore di un volo di Stato. Di quello Stato che il re ha oltraggiato e tradito, e che qualcuno reputa evidentemente ancora che egli abbia degnamente rappresentato. Vergogna. Un motivo di più per firmare. Per restituire almeno un briciolo di dignità a questo sfortunato Paese. Per dire che l’Italia è la patria di Giorgio Ascarelli, non di Vittorio Emanuele III.

Francesco Lucrezi, storico

Questo il link per la petizionehttps://www.change.org/p/una-strada-per-giorgio-ascarelli-fondatore-del-calcio-napoli

(20 dicembre 2017)