Mauro Staccioli (1937-2018)

Screen Shot 2018-01-02 at 12.11.21Mauro se n’è andato in una giornata di festa, in punta di piedi, quasi non volesse far notare la sua scomparsa a chi era immerso nella spensieratezza dei festeggiamenti del nuovo anno. Invece, tra chi lo conosceva, la notizia si è diffusa velocemente.
L’iniziale dolore, appresa la notizia, presto si è trasformato nella percezione che non potremo mai più vivere l’attesa delle nuove sue creazioni, un pensiero intrecciato con la consapevolezza che molti dei lavori che Mauro ci ha lasciato sono già divenuti icone, dei land-mark, di altrettanti paesaggi e luoghi culturali, inscindibili dal suo intervento.
Legatissimo alla sua Toscana, dove ha trovato spesso e volentieri le sue ispirazioni, attraverso l’essenzialità delle stesse opere, era capace di far acquisire una dimensione poetica universale.
Mauro ha accettato un mio invito, mediato da un comune amico Andrea Alibrandi, a partecipare alla collezione ExLibris che ho curato per la Fondazione Italia Israele per la Cultura e le Arti (iniziativa dei due relativi Ministeri degli Affari Esteri, il cui Consiglio esprime la propria partecipazione). L’azione di Mauro è stata forte ed inattesa: ha scelto di “decorare” il libro, trasformandolo in una scultura, con la “dissacrante distruzione” dell’opera letteraria, l’ha resa illeggibile, per poi, sfaccettando e alterando la geometria del volume, aggiungere un “nuovo capitolo” al testo originale. Questo gesto artistico, nonostante proprio fosse una azione intimamente personale, ha generato una delle opere tra le più apprezzate della collezione.
Mauro per il suo carattere schivo probabilmente non immaginava, e comunque sarà rimasto sicuramente incurante del fatto che le sue opere sono entrate da tempo nel pantheon dell’arte italiana, minima, seppur significativa, consolazione.

David Palterer

(2 gennaio 2018)