Shir shishi – Mayim, Mayim
Una delle lettere più belle dell’alfabeto ebraico, da quello antico fenicio fino alla scrittura quadrata e corsiva, è la lettera mem che rappresenta nella sua forma pittografica il movimento dell’acqua. L’acqua, Maym in ebraico, maya in aramaico e maye in arabo, ha la grafia del rivolo in movimento, quella goccia preziosa che si raccoglie nella rugiada e appare benefica nelle piogge tanto desiderate e, a volte, minacciose e punitive nella dimensione del diluvio universale.
La tradizione ebraica dà un nome alla prima pioggia, yore, e all’ultima, malkosh. Mentre la parola pioggia ha più sinonimi che precisano sia i fenomeni meteorologici sia la stratificazione linguistica mutata in diversi periodi appartenenti all’ebraico biblico, mishnaico ecc. Si festeggia l’acqua e la pioggia alla fine della festa delle capanne e ogni giorno durante la preghiera Amidah si supplica l’Onnipotente di donare questo bene alla terra. L’acqua dal cielo dovrebbe giungere a noi nei tempi giusti, d’autunno dopo la prima semina e negli ultimi giorni di primavera prima della raccolta del grano color oro. Le parole profetiche di Isaia, capitolo 12, sono divenute con i primi anni dello stato di Israele una canzoncina orecchiabile e un ballo popolare, grazie alla melodia composta da Emanuel Amiran nel 1942 e da allora non c’è un gruppo di danza folcloristica o un matrimonio israeliano con una miriade di partecipanti, che non termini la festa con questa danza.
*E in fine, una piccola curiosità. La canzone Mayim, Mayim, è da anni un grande hit in Giappone e la amano così tanto fino cantarla in versioni new age, usarla per i video games e per la pubblicità.
Acqua, acqua
E attingerete l’acqua con gioia
dalle sorgenti della salvezza.
E attingerete l’acqua con gioia
dalle sorgenti della salvezza.
Acqua, acqua, acqua, acqua
Oh acqua della gioia
Acqua, acqua, acqua, acqua
Oh acqua della gioia
Hei, hei, hei, hei,
Acqua, acqua,
acqua, acqua,
acqua, acqua della gioia.
Mayim Mayin Japanese
Sarah Kaminski, Università di Torino