Oltremare – Aranci
Una volta qui intorno erano tutti aranceti.
Variazione più specifica della classica “una volta qui intorno era tutta campagna”, frase che ho sentito più volte pronunciata spaziando con lo sguardo lungo la strada alberata davanti e dietro a noi. La prima volta, per la verità, è stata viaggiando come perfetta turista in California. I viali con le palme altissime che ondeggiavano alla brezza del mare, la spiaggia di Venice così ampia e libera da file di ombrelloni da sembrarmi sprecata, e quell’immagine mentre viaggiavo verso sud su di una autostrada anche lei larghissima: tutti aranceti.
Pensa il profumo, mi ricordo di aver pensato.
Qui in Israele, dove tutto è incommensurabilmente più piccolo, la stessa frase l’ho sentita quando vivevo a Gerusalemme – apparentemente ci sono stati aranceti anche lì in certe zone della città, e anche lì hanno ceduto il passo alle case. Oggi, dire in Israele “una volta erano tutti aranceti” comunque, identifica un tempo molto breve nella storia dello Stato – un tempo tutto Novecentesco o quasi, che già dopo un solo secolo è finito. D’altro canto, con quel “una volta” si può intendere di tutto, da queste parti. Una volta, quando David era re. Una volta, quando c’era il Tempio a Gerusalemme. Una volta, quando per secoli tutti vivevano solo nel cerchio delle mura della Città Vecchia (e c’era poco spazio per gli aranci di sicuro) e fuori era pericolo, briganti, assalitori. Una volta, quando i primi pionieri hanno ripreso a dissodare la terra molto bisognosa di cure, e hanno piantato alberi da frutto, i primi e più importanti. Una volta, quando arrivando via mare al porto di Haifa tutto quello che si vedeva era il bosco del Carmelo. Una volta, quando l’aereo scendeva su Lod e c’era ancora una qualche separazione fra Tel Aviv, Bat Yam, Holon, Ramat Gan, Rishon leZion e in mezzo alberi e zone coltivate. Oggi l’arancione delle luci del Gush Dan, compatto e luminoso, ha preso il posto degli aranci: il progresso, dicono.
Daniela Fubini
(22 gennaio 2018)