Qui Ferrara – Shoah, le vie della salvezza
In occasione del Giorno della Memoria, l’Università degli Studi di Ferrara, in collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – Meis, con l’Istituto di Storia Contemporanea e con la Comunità ebraica di Ferrara, ha promosso ieri la presentazione di Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945 (Giulio Einaudi Editore, 2017), l’ultimo lavoro della storica italiana della Shoah Liliana Picciotto (suo Il libro della memoria), basato su una ricerca della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano.
L’evento si è svolto presso l’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara, in apertura del focus sul tema “Il ritorno degli ebrei italiani sopravvissuti ai campi di sterminio e alla clandestinità”, presieduto e introdotto dal professor Baldassare Pastore, giurista dell’ateneo ferrarese. A discutere con l’autrice del volume, scritto – come ha ricordato la stessa Picciotto – “per capire quanti ebrei sono riusciti a salvarsi dallo sterminio e attraverso quali vie, spesso impervie” è stato il direttore del Meis, Simonetta Della Seta.
E sempre per il Giorno della Memoria, questo pomeriggio alle 18 il Meis ospita il confronto sul libro di Mirella Serri Bambini in fuga (Longanesi, 2017), alla presenza dell’autrice.
Conversando con Della Seta, Serri ripercorre la rocambolesca vicenda di settantatré giovanissimi ebrei tra i sei e i diciassette anni che, per sottrarsi alle persecuzioni naziste dopo aver perso i genitori nei campi di concentramento, attraversano la Germania e la Slovenia e riescono a giungere a Nonantola. Qui, a dispetto del fascismo e delle campagne razziali, la popolazione si mobilita per aiutarli, offrendo loro protezione per un anno intero. Ma l’8 settembre 1943 la situazione precipita: la cittadina modenese viene occupata dai nazisti e i ragazzi devono essere rapidamente messi in salvo e tenuti nascosti, con la speranza di farli espatriare in Svizzera.
Un’appassionante storia di cui Serri, nel proprio volume, porta alla luce alcuni elementi nuovi.
Daniela Modonesi
(23 gennaio 2018)