Eliezer Tritto (1928-2018)
La vicenda delle famiglie di San Nicandro Garganico che, al seguito di Donato Manduzio, scelgono di abbracciare l’ebraismo ed emigrare in Terra di Israele è tra le più avvincenti del Novecento ebraico italiano. Un viaggio, quello dalla Puglia alle coste israeliane, che coinvolge in tutto una settantina di persone. Tra queste Eliezer Tritto, una delle figure che maggiormente segnerà quella vicenda e quel percorso. L’unione con Ester, la compagna di una vita; cinque figli, decine tra nipoti e pronipoti. La nascita della prima figlia Miriam, nel 1951, immortalata da uno scatto del fotografo David Seymour. E un leggendario chiosco di falafel a Tzfat, dove Eliezer è mancato alcuni giorni fa. Una scomparsa che ha profondamente colpito la comunità degli Italkim, gli italiani d’Israele.
Beniamino Lazar, presidente della sezione di Gerusalemme del Comites, lo ricorda con emozione: “Con Eliezer viene a mancare una delle figure più importanti e storiche della comunità degli ebrei di San Nicandro Garganico. Molti libri sono stati scritti, diversi film e documentari sono stati prodotti, molti sono gli anni trascorsi da allora, ma la storia di questo gruppo resta sempre affascinante”. Eliezer Tritto, per Lazar è stato “un trascinatore”. E la sua storia è un esempio, al pari di quella di tutti gli ebrei giunti da San Nicandro e oggi “inseriti pienamente nel paese, nell’esercito, nell’agricoltura, nel commercio”.
La vicenda degli ebrei di San Nicandro è stata raccontata anche da una delle nipoti di Ester ed Eliezer, Eli Tritto, studentessa della scuola di cinema di Tel Aviv e autrice del documentario “Il viaggio di Eti”.
(8 febbraio 2018)