Polonia, la Memoria da difendere l’appello UCEI contro la legge
“Un appello a nome dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e di tutti gli ebrei italiani a condividere una comune preoccupazione: la limitazione alla libertà di ricerca”. Questo l’incipit del messaggio della Presidente UCEI Noemi Di Segni diretto a studiosi, ricercatori e società civile per salvaguardare il diritto-dovere alla Memoria, minacciati dalla nota e controversa legge polacca sulle responsabilità del Paese e dei suoi cittadini di fronte alla Shoah.“Se dalla Corte costituzionale polacca arriverà il via libera al provvedimento sarà per l’Europa delle nazioni che nel dopoguerra hanno voluto riaffermare principi di verità e libertà, e per comunità scientifica tutta, un giorno triste e di spartiacque” sottolinea la Presidente dell’Unione, invitando tutta la società civile a far sentire la propria voce, aderendo all’appello e scrivendo il proprio nome, cognome e professione all’indirizzo di posta elettronica appellopolonia@ucei.it. In attesa del responso della Corte intanto, Israele – che ha duramente contestato la norma come ricorda oggi il Foglio – ha detto di sperare ancora che la Polonia ci ripensi e faccia un passo indietro: “Israele e Polonia hanno una responsabilità condivisa di studiare e preservare la storia della Shoah”, il messaggio del ministero degli Esteri israeliano. Una lettrice del Corriere, scrivendo ad Aldo Cazzullo, si chiede invece “Perché l’Europa non interviene contro la legge polacca?”, ricordando le responsabilità polacche nella Shoah e il pogrom contro gli ebrei avvenuto a Kielce, in Polonia, nel 1946, un anno dopo la guerra. A Roma intanto la Comunità ebraica locale ha organizzato nel pomeriggio un sit-in di protesta davanti all’ambasciata polacca.
Macerata, stop alla manifestazione antirazzista. “Dobbiamo farci carico del dolore, ma c’è un tempo per scendere in piazza e un tempo per il silenzio”, così il sindaco di Macerata Carancini chiude alla manifestazione di solidarietà organizzata per sabato dopo l’aggressione razzista e fascista a un gruppo di migranti. Anpi, Cgil Arci e Libera hanno deciso di ascoltare il sindaco di Macerata e fare un passo indietro. Confermata invece la presenza degli esponenti dei centri sociali, provenienti da tutta Italia e non solo, spiega il Messaggero. Intanto, l’allarme del capo della polizia Gabrielli in merito all’attacco compiuto dal fascista Traini, iscritto alla Lega Nord: “Rischio emulazione, terreno fertile per l’intolleranza”.
Minniti: “Chi giustifica Traini minaccia la democrazia“. Repubblica riporta le parole del ministro degli Interni Marco Minniti sul caso di Macerata: “Traini, l’attentatore di Macerata, l’avevo visto all’orizzonte dieci mesi fa, quando poi abbiamo cambiato la politica dell’immigrazione”, afferma il ministro definendo l’attacco contro il gruppo di stranieri “una rappresaglia di odio razziale, punto”. Minniti rivendica poi la sua politica sui migranti: “noi fermando gli sbarchi, costruendo la legalità e la sicurezza abbiamo fatto capire qual è il confine tra democrazia e populismo, che incatena i cittadini alle paure. E lo abbiamo fatto senza muri, senza filo spinato e senza evocare l’invasione”.
Cisgiordania, nuove tensioni. Dopo aver aggredito e ferito una guardia di frontiera israeliana, un palestinese di 18 anni è stato ucciso ieri nei pressi dell’insediamento di Karmei Zur, nella zona di Hebron. Un episodio che testimonia un nuovo aumento delle tensione, scrive Avvenire, che parla del rischio di una nuova intifada dei coltelli. Intanto, su un altro versante, Israele si prepara ad espellere migliaia di profughi eritrei e sudanesi. “Chi deciderà di partire – scrive Repubblica – riceverà 3.500 shekel (poco più di 800 euro) e il biglietto di viaggio, gli altri dovrebbero finire in carcere, o comunque in campi di detenzione”.
L’uomo, la genetica e le migrazioni. “Siamo stati di pelle nera con gli occhi azzurri fino a circa 7 mila anni fa. Poi due ondate di immigrazione, dal Medio Oriente e dalla Russia, hanno introdotto pelli chiare e occhi scuri: ciò che salta fuori, guardando nel Dna, è che la mobilità umana è stata tale che negli stessi luoghi si sono succedute popolazioni molto diverse”. A parlare, il genetista Guido Barbujani, intervistato da La Stampa sul suo ultimo libro II giro del mondo in sei milioni di anni, edito da il Mulino. “Siamo – spiega Barbujani – il risultato di un continuo rimescolamento genetico, con elementi che ogni tanto si perdevano e altri nuovi che ogni tanto si aggiungevano”.
Roma e il mestiere di ambulante. In una lettera a Repubblica un ambulante romano, Giovanni Sermoneta, racconta la sua storia. “Mio padre è nato nel 1941, in vigore all’epoca c’erano le leggi razziali: la nostra famiglia era ebrea. Dopo la guerra, essendo la nostra famiglia senza un soldo, mio padre con qualche suo fratello si sono trovati costretti a emigrare in Canada, nel frattempo a mio nonno veniva rilasciata una licenza ambulante: allora ci si voleva pulire la coscienza e così si mettevano coloro a cui erano stati tolti tutti i diritti a fare i lavori più umili possibili, e l’ambulante è il peggiore, no?”.
Chelsea contro gli antisemiti. “Say no to Anti-Semitism”, è la campagna nata come parte del progetto Building Bridges della società di calcio inglese Chelsea per contrastare alcuni tifosi dei blues che hanno lanciato cori antisemiti in alcune partite di questa stagione. “L’antisemitismo non ha nessun posto nella nostra squadra, nel calcio o nella società in generale”, affermano dal Chelsea, avviando una campagna di sensibilizzazione contro chi propugna slogan antisemiti (Tuttosport).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked