Livelli di guardia – La lezione di Israele
In un desolante panorama dove molti farneticano di un’Israele di cartapesta senza sapere quello che dicono, perché in fondo hanno interesse a trattare solo di sé stessi e dei loro affari, il professor Sergio Della Pergola ha donato per tanti anni ai lettori del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche e del notiziario quotidiano online Pagine Ebraiche 24 una straordinaria occasione di conoscenza dell’Israele reale, dei suoi problemi e delle sue speranze.
Illustre demografo e politologo di fama mondiale, nome di spicco dell’Università Ebraica di Gerusalemme, consulente strategico di molti governi israeliani e in particolare del Primo ministro Ariel Sharon, il professor Della Pergola quando parla di Israele sa di cosa parla. Le sue opinioni, sempre franche e coraggiose, talvolta anche molto critiche, costituiscono una dimostrazione d’amore per Israele e per i suoi destini che ha pochi confronti. E non potrebbe essere diversamente, visto che non si tratta solo di un autorevole studioso, ma di uno dei massimi esponenti di quella gioventù ebraica italiana che Israele l’hanno costruita in prima persona.
In una stagione politica delicatissima e non priva di aspetti inquietanti Sergio lancia oggi una denuncia dolorosa e lancinante, che nessuno è in obbligo di condividere, ma che tutti dobbiamo rispettare, su alcune preoccupanti storture della politica israeliana. Forse piccolezze, al cospetto dei disastri nostrani. Ma sappiamo tutti fin troppo bene che l’arma segreta dell’unica democrazia del Medio Oriente è la moralità, l’amore per la libertà e il rispetto rigoroso delle regole e dei diritti. Anche una piccola crepa nell’immenso patrimonio di valori di Israele deve far suonare un campanello d’allarme e risvegliare la nostra attenzione.
Ora Sergio avverte il lettore che intende entrare in un periodo di riflessione e di silenzio proprio per non essere confuso con quelli che si riducono a criticare la politica israeliana abbandonandosi ai propri preconcetti ideologici.
La sua determinazione deve farci riflettere. La sua decisione non possiamo che rispettarla, ma vogliamo anche farci interpreti della gratitudine dei nostri lettori per i seicento editoriali che in questi ultimi anni ha donato alle nostre testate. Un valore inestimabile che deve continuare a motivare il nostro impegno professionale e la generosità degli altri oltre 120 collaboratori che giorno dopo giorno ci affidano le loro idee e le loro riflessioni perché siano pubblicate in un contesto giornalistico professione e autorevole.
Vorrei solo aggiungere un piccolo ricordo personale. Alcuni anni fa, erano giorni assai tesi per Israele, mi trovavo in un ufficio postale di Gerusalemme e Sergio, che in quei giorni di crisi appariva continuamente alla televisione israeliana, entrò come un qualunque comune cittadino per sbrigare qualche incombenza della vita quotidiana. Prima ancora che riuscissi ad andargli incontro, una bambina che si trovava lì assieme ai genitori e che probabilmente aveva conosciuto i suoi modi fermi, sereni, misurati in qualche trasmissione, lo riconobbe, e si rivolse alla mamma dicendo: “Guarda mamma, ecco il professore”. Sergio ne fu divertito, ma soprattutto imbarazzato, perché nel suo immenso lavoro per Israele non aveva mai inseguito la notorietà o l’esibizione. Ma nello sguardo di simpatia di quella bambina c’era tutta l’intensità e la speranza di Israele di allora e di domani. Sono passati alcuni anni. Oggi quella bimba sarà probabilmente una ragazza che veste con orgoglio la divisa della democrazia a presidio dello Stato ebraico. L’orgoglio che si può imparare solo da chi non ha paura di chiamare le cose con il proprio nome e che solo un amore incrollabile per Israele e per i suoi valori può sostenere.
Grazie, Sergio, per quello che ci hai donato. Il nostro impegno resta lo stesso. Quando deciderai di tornare, queste Pagine saranno vive e pronte ad accoglierti ancora con orgoglio e gratitudine.
gv