Ricordo e impegno, da Berlino a Roma
La Memoria è anche una questione di Senso civico. Questo il messaggio che l’Italia lancerà al mondo con l’emissione di un francobollo speciale per commemorare l’assunzione da parte del nostro paese della guida dell’IHRA. Sarà lo stesso ambasciatore Sandro De Bernardin, subito prima di imbarcarsi per Berlino per raccogliere il testimone dalla presidenza elvetica uscente, a convalidare il primo francobollo emesso della serie speciale che le Poste italiane dedicheranno all’impegno italiano nell’ambito dell’organizzazione internazionale per la Memoria della Shoah. Assieme a lui, nello spazio Filatelia della centrale delle Poste italiane di piazza San Silvestro a Roma, sarà il capo di gabinetto del ministero della Sviluppo economico Ernesto Somma. Sarà questo solo il primo gesto simbolico delle intense ore che seguiranno e che porteranno a Roma la conduzione dell’IHRA per il prossimo, delicatissimo anno di lavoro. Nelle ore che seguiranno l’emissione filatelica, infatti, a Berlino sarà lo stesso diplomatico italiano, capo della delegazione del nostro paese nell’ambito dell’International Holocaust Remembrance Alliance, a ricevere dalle mani del rappresentante di Berna Benno Baettig (alla guida dell’IHRA nel 2017), il passaggio delle consegne. Nelle sale dell’ambasciata italiana di Berlino sarà un momento denso di significato destinato a segnare la conclusione di un anno denso di riflessioni sulla politica della Memoria che si è svolto sotto la responsabilità delle autorità elvetiche e l’apertura di un anno ancora più denso di sfide e di interrogativi: l’anno della presidenza italiana.
Ma a fianco di De Bernardin, ospiti dell’ambasciatore d’Italia nella Repubblica federale tedesca Pietro Benassi, sarà anche la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni a testimoniare l’impegno e la consapevolezza degli ebrei italiani, a ottant’anni di distanza dal varo degli infami provvedimenti legislativi che volevano escluderli dalla vita civile e che aprirono le porte alla persecuzione e allo sterminio, perché il nostro paesi resti un modello positivo di politica della Memoria viva. Nell’ambito della cerimonia, in quelle stesse mitiche sale considerate fra le più affascinanti fra gli edifici della capitale tedesca, in quei luoghi che furono destinati a celebrare l’asservimento del fascismo italiano all’alleato nazista, saranno poi esposti i lavori degli studenti italiani che si sono affermati nel concorso I giovani ricordano la Shoah introdotti dal dirigente del ministero dell’Educazione Giuseppe Pierro e saranno tenuti i primi interventi di studio dell’annata italiana. L’ambasciatore De Bernardin ha invitato a tenere una prolusione il professor Giulio Busi, direttore del dipartimento di Studi ebraici della Freie Universitaet di Berlino, che analizzerà gli effetti del tradimento degli ebrei italiani da parte del regime fascista, e la professoressa Juliane Wetzel del centro per le ricerche sull’antisemitismo dell’Università di Berlino, che interverrà sul tema della paura del diverso. Compiuti questi passi iniziali, comincerà da parte della diplomazia italiana il lavoro di preparazione per gli incontri internazionali di Roma e di Ferrara e per la Conferenza che si terrà al Binario 21 a Milano. Appuntamenti che richiameranno in Italia da tutto il mondo rappresentanti diplomatici e studiosi impegnati sul fronte della difesa e dello sviluppo del presidio civile della Memoria.
Guido Vitale, Pagine Ebraiche Marzo 2018