Libano, la minaccia Hezbollah
“L’occasione per manifestare un ampio sostegno internazionale al processo avviato dal governo libanese per rafforzare le capacità e l’efficacia delle Forze di sicurezza, per sostenere la sovranità e l’indipendenza del Paese e delle sue istituzioni”. È questo, nelle parole del ministro degli Esteri Angelino Alfano, il senso della riunione ministeriale “Lebanon building trust: a viable security for the country and the region”, che si tiene in queste ore alla Farnesina con la partecipazione di 40 paesi e gli interventi del premier libanese Saad Hariri, del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Tra i temi che saranno toccati, gli equilibri interni tra il partito di Hariri e il movimento terroristico di Hezbollah, minaccia per la sicurezza interna e per Israele. “Un esercito forte – spiega La Stampa -è la prima condizione per il ridimensionamento di Hezbollah e quindi la garanzia di un ‘Libano neutrale’, fuori dai conflitti regionali e al riparo dal braccio di ferro fra Iran e Arabia Saudita”. “Hariri – scrive il quotidiano torinese – conta su Europa, Usa, e Paesi del Golfo, per ottenere quei 4 miliardi di dollari che servono a creare un esercito moderno, e che Riad aveva ritirato dopo l’ingresso di Hezbollah nel governo. L’Italia è in prima linea e fornirà soprattutto addestramento”.
Il nuovo segretario Usa contro l’accordo iraniano. Negli scorsi giorni si è parlato molto dell’avvicendamento tra Rex Tillerson e Mike Pompeo alla guida della Segreteria di Stato americana. Il presidente Trump, licenziando Tillerson, aveva detto “Mi stava simpatico ma su alcune cose non andavamo d’accordo. Io penso che l’intesa sul nucleare con l’Iran sia terribile, a lui andava bene. Io voglio cancellarla o rifarla, lui aveva idee diverse”. E questo sarà quindi uno degli obiettivi di Pompeo: stralciare il dossier nucleare sull’Iran, spiega il Sole 24 Ore. Il quotidiano afferma anche che in passato – prima della firma dell’accordo – Israele avrebbe spinto per una guerra con Teheran ma i vertici militari israeliani non hanno mai dato segnali in questa direzione.
Bologna accoglie l’insegnamento Liliana Segre. “Coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo cosi pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”, così la Testimone della Shoah Liliana Segre commentava lo scorso gennaio la nomina a senatrice a vita conferitale dal Presidente della Repubblica. E oggi racconterà la sua storia a circa mille giovani studenti bolognesi in occasione di un incontro organizzato dalla Comunità Ebraica di Bologna, col sostegno dell’Associazione Figli della Shoah. “Finché avremo la possibilità di ospitare questi testimoni del tempo, in grado di parlare ai giovani, lo faremo”, le parole del presidente della Comunità ebraica Daniele De Paz a Repubblica Bologna.
Udine e la vergogna antisemita. Due adesivi antisemiti sono stati trovati esequestrati dalla Digos in centro a Udine. Raffigurano l’ex sindaco Furio Honsell, matematico e già rettore dell’università del capoluogo friulano, che indossa la divisa dei deportati nei campi di sterminio nazista. Sul taschino della giacca è stato apposto lo stemma dell’Anpi, l’associazione dei partigiani italiani, sotto la scritta “Furio Honsell sindaco di Auschwitz”. “Sì. Ho paura. Non per la mia persona, ma per l’Italia e per l’Europa, nuovamente sconvolte da un fascismo e da un nazismo latenti. Domina la mancanza totale di rispetto verso gli esseri umani, nella politica, nella cultura e pure nei media. Scopriamo così di essere privi di anticorpi civili: al punto che con razzismo, antisemitismo e xenofobia si vincono le elezioni”, così Honsell intervistato da Repubblica sull’accaduto.
Milano e il Giardino dei Giusti. Un console cinese, uno yazida, un muratore di Lampedusa, una albergatrice di Lesbo. Sono i “giusti” a cui ieri sono state dedicate quattro targhe al Monte Stella di Milano. Nella prima Giornata dei Giusti dell’Umanità, il sindaco Beppe Sala ha ricordato Ho Feng Shan, Hammo Shero, Costantino Baratta e Daphne Vloumidi per “non essersi voltati dall’altra parte” davanti ai problemi del mondo. “Provo una forte emozione. Mio padre sarebbe stato infinitamente grato. Per lui la ragione per fare ciò che ha fatto è semplicemente questa, come ha detto: ‘vedendo il tragico destino degli Ebrei è naturale provare profonda compassione e sentirsi in dovere di aiutarli’”, le parole di Manli Ho, figlia di Feng Shan Ho, il console cinese che salvò diversi ebrei rilasciando migliaia di visti per Shanghai (Il Giorno Milano). A Ho Feng Shan, sottolinea Repubblica, sarà anche dedicata una piazzetta in Sarpi, a Milano (oggi la cerimonia).
Segnalibro. La storica Anna Foa recensisce per l’Osservatore Romano il nuovo libro di Sergio Luzzatto I bambini di Moshe. Gli orfani della Shoah e la nascita di Israele, che racconta “la storia di Moshe Zeiri, l’ebreo galiziano emigrato in Palestina negli anni trenta, falegname e teatrante, arruolatosi volontario nella brigata palestinese dell’esercito inglese e giunto a Napoli nel 1944, per poi risalire al nord con la sua compagnia”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked