Lezioni da trarre

Emanuele CalòOnce upon a time, c’erano gli ñatos del sud, la cui memoria era infestata dai ferali ricordi della strage compiuta ai loro danni dai narigudos. Costoro sussurravano che sarebbe stato meno tragico se fossero stati decimati, perché almeno sarebbe stato risparmiato il novanta per cento, ma la bestia era insaziabile.
Per decenni hanno continuato a pensare ai narigudos, mentre gli ñatos del nord iniziavano ad essere insidiati dagli aquilini, che trovavano le loro carni particolarmente appetitose; ma ciò non impensierì gli ñatos del sud, che continuarono a ricordare, giustamente, le vecchie insidie.
Intanto, gli aquilini penetrarono nel territorio degli ñatos del sud, scoprendo che anche le carni meridionali erano assai saporite. Gli ñatos meridionali reagirono empaticamente, cercando di capire le ragioni degli aquilini ed i notevoli torti degli ñatos settentrionali.
Quegli aquilini che si erano introdotti nella ñateria meridionale, dimostrarono un certo appetito, quanto meno a sentire Candide, il quale racconta dell’appoggio che ricevette da una persona pia “qui leur fit un beau sermon par lequel il leur persuada de ne nous pas tuer tout à fait. «Coupez, dit−il, seulement une fesse à chacune de ces dames, vous ferez très bonne chère; s’il faut y revenir, vous en aurez encore autant dans quelques jours ; le ciel vous saura gré d’une action si charitable, et vous serez secourus.»
Gli storici dibattono ancora sulle lezioni da trarre, mentre quelli più trasgressivi provano ad accennare che non vi siano morali, ammaestramenti né lezioni, ma soltanto strade da percorrere e, al riguardo, invocano Antonio Machado (Proverbios y Cantares, XXIX): “Caminante, son tus huellas el camino y nada más; Caminante, no hay camino, se hace camino al andar”.

Emanuele Calò, giurista