Israele-Iran, alta tensione
La questione siriana rimane al centro del dibattito italiano ed internazionale. Nelle scorse ore, per la prima volta, è arrivata una conferma israeliana – seppur non ufficiale – che il raid alla base siriana T4, utilizzata anche dall’esercito iraniano, è stato compiuto dalle forze armate d’Israele. “È la prima volta che colpiamo in diretta obiettivi iraniani operativi, uomini e caserme”, ha raccontato una fonte militare interna a Thomas Friedman, editorialista del New York Times, aggiungendo che l’attacco è stato una risposta al drone iraniano che ha sconfinato in territorio israeliano il 10 febbraio scorso. Il drone era partito dalla base T4 ed era armato. “Dopo che l’articolo è stato pubblicato, – scrive il Corriere – i portavoce delle forze armate sono intervenuti per precisare che ‘la caratterizzazione del raid è inaccurata’ e che in ogni caso Israele non se ne prende la responsabilità”. “Se l’Iran si avvicina ancora in Siria sarà guerra, non lo permetteremo, ci difenderemo”, ha detto ieri il ministro della Difesa, Avigdor Lieberman. Dall’Iran intanto sono arrivate minacce: Israele “prima o poi la pagherà”, ha ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Bahram Qassemi (Repubblica).
Siria, gli Usa pensano al ritiro. “La missione Usa in Siria non è cambiata e il presidente è stato chiaro affermando che vuole un ritorno a casa delle truppe Usa il più presto possibile”, così la portavoce della Casa Bianca ha risposto nelle scorse ore al presidente francese Emmanuel Macron che aveva sostenuto di aver “convinto gli Usa a restare in Siria fino alla fine del lavoro”. L’intervento di Francia e Gran Bretagna intanto non sembra aver trovato molte sponde in Europa: “la riunione dei ministri degli Esteri ieri in Lussemburgo – scrive Repubblica – ha dimostrato quanto sia debole l’appoggio alla decisione di Parigi e Londra di lanciare una rappresaglia contro Assad. ‘Serve ora che Damasco venga al tavolo e si impegni in un processo’, ha commentato l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri, Federica Mogherini”. Una posizione, quella della strada diplomatica, che sostiene anche il leader laburista Jeremy Corbyn di cui Repubblica propone un intervento: la risposta più valida alla sua analisi è quella data dal saggista Raphael Glucksmann (Corriere): “l’Occidente è ormai completamente escluso dalla guerra in Siria, per questo non capisco chi lamenta che la guerra è cominciata’. Ma sono sette anni che c’è la guerra in Siria, e ci si scandalizza per bombardamenti occidentali circoscritti e compiuti su infrastrutture militari: non una parola per condannare gli aerei di Putin quando bombardavano ospedali e scuole”.
Statale, nessun via libera alla manifestazione contro Israele. L’Università Statale di Milano, dopo le lettere appello inviate al rettore dalla Comunità ebraica e dal presidente dell’Anpi, chiarisce di non aver dato autorizzazione “all’organizzazione Fronte perla Palestina per l’evento promosso da una sedicente “Assemblea degli studenti” a nessun titolo accreditata tra le associazioni studentesche operanti in Statale”. L’evento è in calendario oggi pomeriggio, spiega Corriere Milano, che racconta anche dell’ennesimo tentativo dei neofascisti di celebrare per il 28 aprile una messa sulla tomba di Roberto Farinacci, sepolto nel Civico cimitero di Cremona, la sua città, e in memoria di Benito Mussolini. Il Comune ha risposto picche: “L’apologia del fascismo è vietata. Chiedo alle forze dell’ordine di vigilare”, le parole del sindaco ma i neofascisti continuano sulla loro strada tanto che hanno chiesto e ottenuto la presenza di un prete lefebvriano don Floriano Abrahamowicz, che già celebrò una messa per l’assassino nazista Priebke.
La svastica a Montecitorio. “Es braust unser panzer”, recita la scritta incisa nel legno: ‘Il nostro carro armato romba’. Appena scoperta, è stato avvisato il presidente della Camera Roberto Fico e l’amministrazione ha aperto una verifica, chiedendo la rimozione della scritta. II palazzo della Camera, sottolinea La Stampa, è frequentato non solo da deputati funzionari e giornalisti ma anche dalle scolaresche che regolarmente vengono in visita guidata.
Germania, premio ai rapper antisemiti. Polemica in Germania per il conferimento degli Echo Awards, il più prestigioso premio musicale del Paese, a due rapper accusati di antisemitismo. “Il mio corpo è scolpito meglio di quello di un detenuto di Auschwitz” e “faccio di nuovo l’Olocausto, arrivo con le molotov” recita il testo della recente canzone 0815 firmata da Kollegah e Farid Bang. “Le provocazioni antiebraiche non meritano premi: sono ripugnanti”, il commento del ministro degli Esteri Heiko Maas (Giornale).
Derby, inchiesta sui cori antisemiti. La Digos sta ancora esaminando i video, perché i cori antisemiti urlati domenica da un gruppo di supporter della Lazio, che si dirigeva allo stadio Olimpico per assistere al derby, finiranno in un fascicolo della Procura di Roma. «Anna Frank è romanista», intonavano i tifosi, con il braccio teso, facendo il saluto romano, documenta il Messaggero Roma.
Cent’anni di Claude Lévi-Strauss. Repubblica ricorda i 100 anni dalla nascita del famoso antropologo, psicologo e filosofo francese Claude Lévi-Strauss.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked