“Leggi del ’38, ferita di tutti”

È il teatro del Dialogo. Ma anche dell’impegno, della testimonianza, della Memoria che passa attraverso le generazioni.
I ragazzi di Beresheet La Shalom, il teatro interculturale e interreligioso fondato da Angelica Edna Calò Livne, continuano ad emozionare. Ieri, al Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma, con uno spettacolo pensato per l’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle Leggi antiebraiche da parte del regime fascista. Già in scena a Torino, in occasione della manifestazione Cartoons on the Bay, “Mamma perché noi non possiamo entrare?” ha portato sul palco giovani attori dai 15 ai 18 anni. Ebrei, musulmani, drusi e cristiani, tutti provenienti dalla Galilea e tutti formati nel kibbutz Sasa dove Angelica vive.
“Come tanto di voi – ha spiegato Angelica, rivolta al pubblico – sono cresciuta ascoltando racconti su quel periodo e tante volte mi sono trovata a riflettere sulle terribile esperienze vissute dai nostri genitori e nonni. Sul dramma di chi ha dovuto mentire, rinunciare in parte alla propria identità, per sopravvivere. Lo spettacolo vuol raccontare proprio questo”.
Tanti applausi per i ragazzi di Beresheet La Shalom in questa serata organizzata e pensata insieme all’associazione di amicizia oggi presieduta da Renzo Gattegna con Anselmo Calò. “Mi ero ripromesso, dopo l’esperienza di Presidente UCEI, di non accettare più incarichi. Ma non avevo fatto i conti con Angelica e il suo travolgente entusiasmo” ha detto Gattegna. Ad intervenire anche il presidente del Pitigliani Bruno Sed, il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia e il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio.

(17 aprile 2018)