Giro, Israele celebra Bartali
Data in anteprima sul nostro notiziario quotidiano di ieri, e confermata in serata dallo Yad Vashem, la notizia che a Gino Bartali sarà assegnata la cittadinanza onoraria di Israele, poche ore prima della partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme, ha suscitato molte reazioni nel mondo sportivo e non solo.
Scrive la Gazzetta dello Sport: “Bartali nel 2000 a 85 anni e soltanto successivamente il figlio Andrea inizia l’opera di recupero storico della memoria: Gino corriere di una rete clandestina per salvare gli ebrei. È determinante il lavoro del collega Adam Smulevich di Pagine Ebraiche, il giornale dell’ebraismo italiano, che porta alla luce la testimonianza chiave di Giorgio Goldenberg, ebreo di origine istriana (Fiume). Goldenberg, che nel 1944 aveva 12 anni, racconta che Bartali aveva nascosto la sua famiglia di perseguitati nello scantinato di una sua casa in via del Bandino, alla periferia di Firenze”.
Francia, basta antisemitismo. Oltre trecento personalità francesi hanno firmato un appello per dire basta all’antisemitismo, in particolare di matrice islamica. Pubblicato su Le Parisien, scritto e lanciato dall’ex direttore di Charlie Hebdo, Philippe Val, il manifesto è una voce “contro il nuovo antisemitismo in Francia, segnato dalla radicalizzazione islamista” e denuncia il “silenzio mediatico” e la “pulizia etnica” che “sta avvenendo sotto traccia” in alcuni quartieri francesi (Repubblica).
Milano, le opposte manifestazioni. Mentre in San Babila si manifestava per Israele e per il diritto della Brigata Ebraica a sfilare al corteo del 25 aprile, un centinaio di neofascisti si sono riuniti, senza permessi, al Cimitero Maggiore per ricordare i caduti della Rsi. Ma, come scrive il Corriere Milano, “le provocazioni dell’estrema destra non sono l’unico fattore ad agitare la lunga vigilia del 25 Aprile. I numerosi appelli affinché non si ripetano le contestazioni alla Brigata ebraica sembrano destinati a cadere nel vuoto. Il Fronte Palestina ha già annunciato che mercoledì sarà come ogni anno in piazza San Babila per fischiare lo spezzone”. Per questo ieri, proprio in San Babila, l’eurodeputato Stefano Maullu ha organizzato un presidio contro l’antisemitismo a cui ha partecipato la Comunità ebraica di Milano rappresentata dai presidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani, come racconta anche il Giornale. “Confermare il nostro netto rifiuto alle spinte antisemite e alle manifestazioni d’odio che colpiscono regolarmente gli ebrei in ogni parte del mondo”, il senso dell’iniziativa spiegata da Maullu.
Roma, ricordando Varsavia. Il Messaggero, nella pagina degli eventi, pubblica una foto e qualche informazione relativa alla cerimonia per i 75 anni dell’insurrezione del Ghetto di Varsavia svoltasi venerdì mattina nella sede dell’ambasciata polacca in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Fu – si ricorda – la prima rivolta in una città europea occupata, la più grande rivolta degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, e la prima in cui un gruppo di ebrei si difendeva in modo organizzato”.
Tanti i giovani presenti, viene spiegato, tra cui “alunni della scuola polacca presso l’ambasciata e studenti del Convitto Nazionale coinvolti nel progetto Diplomacy”.
L’Islam e l’Occidente. Sul Corriere Angelo Panebianco analizza i rapporti tra l’Europa e l’Islam e si pone tre domande: “Il passaggio dalla multietnicità (uno stato di fatto, in sé neutro: né buono né cattivo) al multiculturalismo (una seria minaccia perla democrazia) è inevitabile? È possibile difendere la società aperta, o libera, dall’azione di minoranze culturali che le sono ostili senza sopprimere, mentre si cerca di difenderla, la società libera medesima? Sarà possibile convincere gli italiani ad affrontare senza isterismi antistranieri ma anche facendo il contrario di ciò che si è fatto a Parma o a Savona, il difficile problema della convivenza fra immigrati extraoccidentali e noialtri indigeni?”.
Segnalibro. Si intitola Una storia sbagliata – Un secolo di bugie ed i mezze verità (dell’Ippogrifo) il libro scritto da Massimiliano Amato, Ottavio Di Grazia, Nico Pirozzi che, scrive il Mattino, si può considerare un percorso “di controinfonnazione storica su Pietro Badoglio (Amato), Gaetano Azzariti (Pirozzi), Alois Hudal (Di Grazia); accostati per contrasto a due ‘giusti’ poco conosciuti come Carlo Orlandi, nocchiere capo di prima classe che scortò verso la salvezza un malandato battello fluviale con 509 ebrei, e Luigi Biancheri, sanguigno ammiraglio che rispose al fuoco degli aerei tedeschi”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked