Israele, dal pensiero dei Maestri
all’attuale politica del Paese

Prosegue in queste ore l’intensa tre giorni del Moked di Milano Marittima, la convention dell’ebraismo italiano dedicata quest’anno al settantesimo anniversario d’Israele e organizzata dall’Aerea Cultura e Formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Tanti i protagonisti chiamati ad analizzare la storia e le radici di Eretz Israel a partire dalla filosofa Donatella Di Cesare, il rabbino capo di Firenze Amedeo Spagnoletto che assieme a rav Gadi Piperno hanno aperto la prima sessione del panel “Israele nel pensiero dei Maestri”, introdotta da rav Roberto Della Rocca. Della Rocca, direttore dell’Area Cultura e Formazione, ha inoltre analizzato in precedenza un passo dal trattato Ketubot del Talmud e analizzato le motivazioni pro- e anti-sioniste nel mondo charedì. Il modello di Gerusalemme come città ospitale dove il gher, lo “straniero”, è comunque incluso per ordine della Torah, è stato invece oggetto di riflessione da parte della Di Cesare. Rav Spagnoletto ha portato testimonianze di viaggiatori ebrei in Eretz a cavallo tra ‘400 e ‘500 (Ovadia da Bertinoro e Moshè Basola) mentre rav Piperno ha invece esaminato le tesi contrapposte di rav Hirsch (secondo il quale Eretz è un mezzo per arrivare a un livello superiore) e rav Kook (che sosteneva che la vita ebraica potesse svilupparsi appieno solo in Israele).
IMG-20180429-WA0009Questa mattina, introdotti dall’assessore alla Cultura UCEI David Meghnagi, si sono invece confrontati, con prospettive e analisi diverse, il direttore de La Stampa Maurizio Molinari e Sharon Kabalo, ministro Consigliere per gli Affari Economici e Scientifici presso l’ambasciata d’Israele a Roma. Tema della tavola rotonda, i 70 anni di Israele. Parte dell’importanza della cooperazione israeliana e dei progetti sociali che Israele sta seguendo, ha spiegato Kabalo, parlando dell’impegno dello Stato d’Israele nella cooperazione, è il Tikkun Olam, il concetto ebraico di riparare il mondo. Chi invece il mondo lo minaccia è l’Iran, ha sottolineato Molinari: “A causa della guerra siriana, per la prima volta l’Iran è fisicamente presente in Siria, dunque ai confini di Israele: gli israeliani stimano ci siano almeno 5 basi iraniane in Siria. Gli scudi israeliani antimissile non individuano i droni…è una nuova minaccia”.