Tel Aviv, trionfo di Viviani
È il velocista Elia Viviani il vincitore della seconda tappa israeliana del Giro d’Italia, da Haifa a Tel Aviv. Uno sprint sontuoso quello del corridore veneto, in mezzo a due ali festanti di folla. “Elia è il profeta della volata” titola la Gazzetta dello sport.
“La passione di Israele per il ciclismo – si legge ancora, facendo un bilancio di queste prime giornate – è la fuga del canadese Boivin, che insegue e raggiunge Davide Ballerini e Lars Bak, e li stacca tra l’entusiasmo folcloristico (131 km di attacco). Il calore di Israele sono i tifosi a torso nudo che a piedi incitano Boivin sulla salita di Zikhron Ya’aqov, o che gli corrono vicino in bici: un tifo genuino, che rimanda ad anni in cui non c’erano transenne a bordo strada e veder passare i corridori era la festa del paese”.
Tante le storie e le emozioni di questo inedito avvio della corsa rosa. Nel presentare la tappa odierna da Beersheva a Eilat, sempre la Gazzetta propone un ritratto dell’ex podista Shaul Ladany, già due volte ospite della Run for Mem in Italia, che sopravvisse bambino al lager e poi all’attentato palestinese ai Giochi di Monaco ’72.
“Per incontrare uno dei quattro sopravvissuti – scrive la Gazzetta – bisogna andare a Omer, sobborgo zeppo di villette appena fuori Beersheva: bandierine israeliane ovunque e segnali stradali che mettono in guardia dall’attraversamento di cammelli. Shaul Ladany ha occhi azzurri piccolissimi dietro a un paio di occhiali enormi. È stato un marciatore di buon livello. Ma se è famoso, lo deve alla sua storia personale”.
Il dorso romano di Repubblica riferisce di una rissa sfiorata ieri al Colosseo tra attivisti propal e alcuni centurioni.
Dopo alcuni epiteti rivolti al fotografo del quotidiano, scrive Repubblica, “le violenze verbali sono continuate, con i centurioni che insultavano e poi aggredivano i partecipanti al sit-in strappando loro le telecamere, rompendo il visore di una di queste e continuando: ‘Ma che cazzo state a fa? Ma che volete? Levateve di mezzo: antisemiti! Terroristi! Attentatori! Io sono ebreo, chi è contro Israele è antisemita!'”.
Andrà alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, il premio Exodus 2018 che ricorda La Spezia come “Porta di Sion”. Questo titolo, spiega il Corriere, spetta alla città ligure “in quanto essa fu il porto dal quale dopo la guerra, a partire dal 1946, s’imbarcarono molti profughi ebrei, spesso ex prigionieri dei lager nazisti, per raggiungere i territori del futuro Stato d’Israele”.
La cerimonia di consegna avverrà venerdì 11 maggio e nell’occasione la Segre terrà una lectio magistralis.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(6 maggio 2018)