…stallo

Diciamo la verità, il momento dello spostamento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme ce lo eravamo immaginati in altro modo. Pensavamo sarebbe stato il momento del riconoscimento di Israele, il momento di pacificazione col mondo arabo e musulmano, un momento di pace. Invece, abbiamo morti (molti), feriti (moltissimi), crisi diplomatiche con Paesi che aspettano solo di poter allungare le proprie mani sulla crisi della Striscia, sfruttando tutta la sua carica simbolica per ergersi a difensori della causa islamica. Tutte conseguenze altamente prevedibili dopo la scelta trumpiana, appoggiata da Netanyahu per riaffermare, ancora una volta, l’eternità dello status quo. Forse, sarebbe il caso di superare questo stallo sempre più sterile per posizionare Israele in un Medio Oriente in grande cambiamento. L’immobilità di Bibi mi sembra sempre più quella di chi vuole fermare un fiume con le mani.

Davide Assael, Presidente Associazione Lech Lechà

(16 maggio 2018)