STORIA Verità nascoste negli anni bui del ‘900

ippogrifoM. Amato, O. Di Grazia, N. Pirozzi / UNA STORIA SBAGLIATA / Edizioni dell’Ippogrifo

Tre autori per un libro che racconta storie dimenticate, o viste da un’angolazione altra, relative alla seconda guerra mondiale.

“Una storia sbagliata. Un secolo di bugie e di mezze verità”, pubblicato dalla partenopea Edizioni dell’Ippogrifo, ripercorre le vicende di Gaetano Azzariti, Pietro Badoglio, Luigi Biancheri, Alois Hudal, Carlo Orlandi e del cimitero militare di Costermano, dove sono sepolti ventiduemila soldati tedeschi, tra i quali diversi boia nazisti.

Questa raccolta di saggi brevi, scritti da Massimiliano Amato, Ottavio Di Grazia e Nico Pirozzi, offre spunti preziosi, anche relativamente alla persecuzioni antiebraica in Italia, dove, nel dopoguerra, i responsabili delle politiche antisemite pagarono poco o per nulla. Emblematico è il caso di Gaetano Azzariti, presidente del famigerato “tribunale della razza”, che dopo la guerra diventò sottosegretario alla giustizia, e quindi dal 1955 al 1961 fu presidente della Corte Costituzionale.

Di contro ci sono storie che fanno onore all’Italia, come quella di Carlo Orlandi, comandante del Camogli, la nave che salvò i naufraghi del Pentcho, il battello fluviale partito in piena seconda guerra mondiale da Bratislava, navigando il Danubio e il Mar Nero e infine naufragando nell’Egeo dopo un viaggio tanto disperato quanto rocambolesco. Trasportati a Rodi, e poi di lì a Ferramonti di Tarsia, il campo di internamento “umano” per ebrei stranieri in Calabria, quei naufraghi, per un insieme di fortuite coincidenze, si salvarono quasi tutti.

Di grande interesse, e davvero poco conosciuta, la storia di Luigi Biancheri, che nel 1942 contrastò il tentativo di deportazione di ebrei tunisini, rifiutando categoricamente di fornire supporto navale ai nazisti per i trasporti. Inoltre, dopo l’8 settembre, Biancheri diede ordine alle sue unità di rispondere al fuoco tedesco.

C’è poi la vicenda “gattopardiana” di Pietro Badoglio, colpevole di orrendi crimini di guerra in Cirenaica ed Etiopia, diventato l’uomo che guidò la transizione dalla dittatura alla democrazia. Quella di Hudal, il vescovo cattolico che architettò la più imponente via di fuga per centinaia di criminali di guerra. E quella di Costermano, il cimitero sul lago di Garda, dove riposano e sono venerate le spoglie di alcuni dei peggiori boia nazisti.

Un libro che riporta alla memoria frammenti di storia poco o male conosciuti, che ha anche il pregio di essere scritto benissimo, godibile quasi come una raccolta di racconti.

Marco Di Porto