Siria, il dramma e la solidarietà

Screen Shot 2018-07-02 at 15.43.21Il dramma della popolazione siriana continua a tenere con il fiato sospeso il mondo. Oltre 270mila i profughi in fuga dal conflitto, secondo le statistiche fornite dalle Nazioni Unite nelle scorse ore. In tanti si sono accalcati vicino al confine con Israele, che per ragioni di sicurezza (anche per evitare possibili infiltrazioni iraniane) ha deciso di tener chiuso ogni accesso. Al tempo stesso, come già in passato, lo sforzo è quello di salvare il maggior numero possibile di vite umane nelle strutture di accoglienza e negli ospedali.
“Continueremo a difendere i nostri confini, forniremo aiuti umanitari nel miglior modo possibile, ma non consentiremo l’ingresso nei nostri territori” ha dichiarato il premier Benjamin Netanyahu nel corso della riunione domenicale di governo.
Numerose le opinioni ospitate su questo tema sui media. Ad intervenire è tra gli altri Peter Lerner, ex portavoce dell’esercito, che su Haaretz scrive: “La nostra solidarietà non può essere soltanto a distanza. I nostri vicini della Siria hanno sopportato, e stanno ancora sopportando, una devastante guerra civile”. Mano tesa quindi ai siriani nonostante dagli stessi Israele sia considerato dal 1973 “il nemico mortale”.
Tra le storie raccontate dalla stampa israeliana anche quella relativa a una giovanissima siriana ferita, che è riuscita ad ottenere le cure necessarie in territorio israeliano grazie all’intervento di una famiglia di ebrei americani che stavano festeggiando un bat mitzvah (la maggiorità religiosa ebraica per una ragazza) nella regione del Golan.

(2 luglio 2018)